Torino, 17 lug. – La Guardia di Finanza di Torino sta eseguendo sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei componenti della famiglia Ligresti e di alcuni manager che hanno ricoperto posizioni di vertice in Fondiaria-Sai, per falso in bilancio aggravato e manipolazione di mercato. I provvedimenti giudiziari sono scattati per le ipotesi di reato di falso in bilancio aggravato e di manipolazione di mercato.
Pericolo di fuga e di inquinamento delle prove: per questi motivi sono state emesse le ordinanze di custodia cautelare verso gli ex vertici di Fonsai. Prima dell’alba sono stati portati in carcere i fratelli Giulia Maria e Jonella Ligresti e l’ex ad Emanuele Erbetta, mentre sono stati disposti i domiciliari per il capostipite Salvatore Ligresti e di altri due dirigenti storici, l’esperto immobiliarista Antonio Talarico e l’ex ad Fausto Marchionni, da scontare per quest’ultimo in un’abitazione tra le montagne del cuneese.
Un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare e’ stata spiccata per Gioacchino Paolo Ligresti, fratello di Giulia Maria e Jonella, il quale risulta trovarsi in Svizzera. I militari della Gdf hanno raggiunto gli indagati nelle loro abitazioni e dimore estive, tra la Sardegna e la Toscana. Sono tutti accusati di aver falsificato il bilancio di Fonsai del 2010 (approvato nel 2011) con l’aggravante di aver procurato un danno ad almeno 12mila risparmiatori, nonche’ di manipolazione del mercato perche’ sarebbe stato occultato un ‘buco’ nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro, privando gli investitori di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari.
Perquisite anche l’abitazione e gli uffici di Piergiorgio Bedogni, indagato, preposto al bilancio all’epoca dei fatti. Commentando l’operazione, il procuratore aggiunto di Torino Vittorio Nessi ha spiegato: “Emerge uno spaccato inquietante: un uso strumentale di una societa’ come Fonsai, laddove risulta essere stata piegata all’interesse di una parte dell’azionariato. L’effetto e’ stato perdita di credibilita’ e il tradimento di piccoli azionisti”. La famiglia Ligresti era gia’ indagata nell’inchiesta coordinata dai procuratori torinesi Vittorio Nessi e Marco Gianoglio che ipotizzava da parte dei vertici di Fonsai di aver “truccato” la voce destinata alla cosiddetta riserva sinistri alterando tra il 2008 e il 2010 il bilancio della societa’, per poi comunicare ai mercati notizie false sul bilancio dell’azienda quotata in borsa, alterando il prezzo delle sue azioni. (AGI) .