16 lug – Accordo raggiunto a Bruxelles, tra i ministri della pesca dell’Ue, sui criteri di ripartizione del nuovo Fondo europeo per l’attività marittima e la pesca 2014-2020 (Feamp). La delegazione italiana infatti ritiene che “l’Italia possa mantenere per i prossimi sette anni l’ammontare di finanziamenti al settore come nella vecchia programmazione finanziaria 2007-2013, che ammontava a 424 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altrettanti fondi nazionali”.
“Un accordo positivo – ha spiegato all’Ansa al termine di lavori il Rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’Ue, Marco Peronaci – in primo luogo perché viene riconosciuto il criterio dell’aiuto alla piccola pesca artigianale e costiera che rappresenta l’88% della flotta italiana”. Nell’accordo rientra inoltre il riconoscimento del sostegno al fermo temporaneo dell’attività e alle demolizioni delle imbarcazione fino al 2017, mentre per le spese impegnate a quel fine la scadenza può essere protratta al 2019.
Altri criteri di ripartizione del nuovo Feamp favorevoli al settore della pesca in Italia riguardano – ha aggiunto Peronaci – “i criteri dell’occupazione, del livello di produzione e non ultimo l’acquacoltura“. Prima di accettare l’accordo proposto, l’Italia ha chiesto ed ottenuto di stralciare dal testo la parte in cui si voleva creare un nesso tra le risorse attribuite agli Stati membri e la dimensione delle ‘zone economiche esclusive’ che permettono ad uno Paese di espandersi fino a 200 miglia dalla costa, ma che l’Italia non ha istituito.
In relazione al controllo delle zone marine sono stati invece inseriti criteri legati alle situazioni in alto mare e alle aree economiche dei Paesi terzi. La delegazione italiana ha infine sottolineato l’importanza che, quando si parla di pesca sostenibile, siano coinvolti anche gli altri Paesi rivieraschi extra-Ue. Il nuovo Fondo europeo dovrebbe poter contare per i prossimi sette anni su un ammontare globale pari a 5,5 miliardi di euro di cui circa 4,4-4,5 miliardi da destinare all’attività di pesca. Il resto all’attività marittima.