15 lug – Sul caso di Shalabayeva e’ intervenuta ieri il ministro degli Esteri Emma Bonino: “Qualcuno dovra’ pagare, dovra’ dire davanti all’opinione pubblica: si sono stato io”. Bonino non ha pensato di dimettersi per quello che e’ successo.
”’Il 31 maggio, quando ho saputo di questa storia – racconta – quella poveretta era gia’ in Kazakistan, non sarebbe servito a nulla un gesto politico di quel tipo. Ho cercato invece di essere utile a lei. Abbiamo incontrato due volte il team di avvocati, abbiamo verificato con il nostro console ad Almaty che stesse bene, che potesse uscire di casa, l’abbiamo invitata al consolato per farle firmare il ricorso contro l’estradizione ed esercitare cosi’ il diritto alla difesa internazionale. Mi sono subito fatta mandare il dossier, ho convocato il capo della Polizia alla Farnesina”. Giuridicamente pero’, ammette, ”’abbiamo le mani legate. E comunque, nonostante tutto, stiamo cercando di vedere se c’e’ qualche spiraglio anche minimo, qualcosa a cui appigliarsi”.
Del pasticcio accaduto in quei giorni di fine maggio ”Io non so davvero niente – dice Bonino – so invece quello che e’ successo dopo il 31 maggio, quando vengo informata di quello che e’ successo e avverto il presidente del Consiglio e i ministri”. Letta, Bonino e Alfano si trovano insieme sul palco della festa della Repubblica, il 2 giugno. Il ministro degli Esteri si avvicina al premier e ad Alfano, li prende in disparte e spiega chi sia Shalabayeva, cosa le e’ accaduto. ”Molte cose non hanno funzionato e’ ovvio – riflette il ministro degli Esteri – e non sto assolvendo nessuno. Resto pero’ convinta che, a livello politico, i ministri non fossero informati, il che e’ ancora peggio per certi aspetti. Non c’e’ traccia di un coinvolgimento del livello ”politico” in questa storia. Evidentemente la pressione da parte del Kazakistan e’ stata fortissima, ma si e’ scaricata ai livelli piu’ bassi”.
Bonino azzarda un’ipotesi: ”Puo’ darsi che abbiano approfittato del vuoto di potere al vertice degli apparati prima del 31 maggio”. In ogni caso, aggiunge, ‘‘Io non ne sapevo niente, Alfano nemmeno. Del resto anche quattro magistrati, mica uno, hanno convalidato quegli atti di espulsione!”.
Sempre ieri la Farnesina interviene con una nota ricordando che ”non ha alcuna competenza in materia di espulsione, ne’ ha accesso ai dati relativi a cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da Paesi terzi lo status di rifugiato politico”. Chiara la posizione del premier. ”Faremo piena luce e arriveremo in fondo, anche dal punto di vista delle sanzioni. E dunque chi ha sbagliato ne rispondera”’, dice Letta che aggiunge: ”’Mi aspetto che la relazione del capo della Polizia arrivi prestissimo e sono sicuro che sara’ in linea con quella total disclosure che abbiamo imposto sulla vicenda”.
La vicenda rimane delicata comunque e la preoccupazione di Palazzo Chigi per possibili conseguenze sulla tenuta del governo resta alta. M5S presentera’ una mozione di sfiducia sul ministro Alfano. Anche SEL e’ contro il ministro degli Interni. E la Lega Nord con Roberto Maroni parla senza mezzi termini di ”responsabilita’ politica” del governo. ”Il governo deve chiarire perche’ c’e’ una responsabilita’ politica o un’omissione molto grave” dell’esecutivo stesso, spiega il leader del Carroccio specificando di parlare ”da ex ministro dell’Interno”.
Per il segretario del Pd Guglielmo Epifani ”’la vicenda e’ inquietante, ma aspetto di capire cosa sia successo esattamente. Prima di chiedere le dimissioni di qualcuno per le responsabilita’ politiche, voglio sapere quali siano le responsabilita’ funzionali. Se dal capo del governo ai ministri interessati erano tutti all’oscuro, qualcosa non quadra. Ma si dovranno trarre le conseguenze dopo”. Probabilmente giovedi’ Alfano – che ha chiesto una relazione al Capo della Polizia, Pansa – riferira’ su quanto accaduto ed e’ evidente che se il titolare del Viminale dovesse saltare l’esecutivo avrebbe poche probabilita’ di rimanere in piedi.