13 lug – Nell’Isola 547 mila famiglie vivono in una situazione di “povertà relativa”, cioè con un reddito insufficiente a garantire una vita dignitosa a tutti i componenti, e rappresentano il 27,3 per cento della popolazione. Sono invece 180 mila le famiglie in condizioni di povertà assoluta. Centomila indigenti nella sola Palermo.
“La povertà è crescente – dice Giuseppe Romancini, portavoce del neonato Forum palermitano del “terzo settore” che con i dati Istat elaborati dalla Regione, lancia l’allarme povertà. Purtroppo le risposte delle istituzioni sono poche. Le quindici associazioni di volontariato che fanno capo al nostro Forum hanno intenzione di fare delle proposte per evitare l’esplosione della rabbia sociale “. A crescere sono soprattutto i nuovi poveri: operai in cassa integrazione, famiglie monoreddito, artigiani e commercianti costretti a chiudere le attività. Per questo il Codacons chiede adesso al governo Letta di dichiarare lo stato di emergenza povertà in Sicilia.
“A Palermo – continua Romancini – ci sono solo sei mense che distribuiscono pasti caldi. Bisogna aumentare la rete distributiva dei pacchi spesa, aprire nuove mense. I Comuni devono tagliare le spese inutili, tutte le feste a cominciare dal Festino e pensare alla povera gente”. E mentre la povertà cresce, ci sono realtà come il Banco alimentare e il Banco delle opere di carità, in affanno. “Assistiamo – dice Francesco Passantino, presidente del Banco delle opere di carità in Sicilia – oltre 170 mila famiglie siciliane ogni mese. Almeno il 30 per cento in più rispetto allo scorso anno. Oggi le famiglie corrono anche per prendere soltanto un pacco di pasta. E noi, attendiamo ancora dalla Regione il contributo per tutto il 2012 e per quest’anno non sappiamo cosa accadrà. Ma dobbiamo andare avanti lo stesso, chi non sa cosa mettere sotto i denti non può aspettare le beghe burocratiche e le decisioni politiche”.