Uno stralcio dell’ intervista che sarà pubblicata integralmente domani su “L’Espresso”
Sono queste le parole con cui Antonio Di Pietro, in un’intervista esclusiva che verrà pubblicata domani dal settimanale “l’Espresso”, annuncia la sua clamorosa iniziativa.
«Esistono nel nostro Paese organizzazioni che costruiscono rapporti segreti su personalità politiche, poi le vendono al miglior offerente. Un magma in cui ci sono anche persone vicine ai Servizi. Ho consegnato tutto alla magistratura: l’intera storia italiana degli ultimi vent’anni andrà riscritta».
«Ho consegnato a vari uffici giudiziari, tra i quali l’antimafia, documenti, riscontri e prove dell’esistenza di strutture criminali che hanno il compito di costruire dossieraggi su personalità istituzionali e pubbliche in generale. Me compreso».
Sono queste le parole con cui Antonio Di Pietro, in un’intervista esclusiva che verràpubblicata domani dal settimanale “l’Espresso”, annuncia la sua clamorosa iniziativa. «Esistono», dice l’ex pm di Mani Pulite ed ex leader dell’Idv, «organizzazioni che hanno agito e agiscono con una duplice strategia: vendere dossier al miglior offerente, oppure svolgere trattative con i diretti interessati».
Un magma frequentato anche da personaggi «prossimi ai servizi segreti», anche se al momento Di Pietro non fa nomi e cognomi «in attesa che la magistratura svolga i riscontri». Se «la matassa verrà dipanata», assicura, «potremo riscrivere la storia politico-giudiziaria italiana, dall’avvio di Tangentopoli fino a questo luglio 2013».
Dopodiché, l’uomo simbolo di Tangentopoli ripercorre con retroscena inediti i passaggi chiave della sua vita e carriera dal 6 dicembre 1994, quando si è tolto per l’ultima volta la toga. Parlando di Bettino Craxi, ad esempio, dice «continuo a considerarlo un cinico. O meglio: un uomo che, da politico, si è fatto i cazzi suoi. Non sono io a sostenerlo, ma le risultanze processuali».
Racconta pure, Di Pietro, di aver scritto a quattro mani con Gianroberto Casaleggio la famosa pagina che acquistò nel 2009 su “Herald Tribune” titolata “Democracy is in danger in Italy”, annuncia di aver preparato una causa civile contro “Report” e Milena Gabanelli, «con la quale non ce l’ho personalmente», e interpreta così la debacle dell’Idv:
«Ho commesso due errori strategici, che in ogni caso rifarei. Il primo è non avere appoggiato il governo di Mario Monti, un ragioniere che ha fatto pagare il conto ai più deboli e onesti. E il secondo, non avere taciuto sull’arroganza con cui l’ufficio di presidenza della Repubblica ha gestito il caso della trattativa Stato-mafia. E’ da questo uno-due», sostiene Di Pietro, «che sono partiti la defenestrazione e l’isolamento dell’Idv dalle istituzioni».
– See more at: http://www.antoniodipietro.it/2013/07/comandano-con-i-dossier-e-i-ricatti#sthash.xi5iCQw0.dpuf
ma è ancora vivo sto LADRONE??????
Non è una novità il peggio è che lui ne sia stato servo attore traditore e comprimario.
Abbandonato dal consenso ora fa quello che gli riesce meglio, roso dall’invidia e gelosia SI VENDICA
Poareto!