9 lug – ”Un gesto storico”, ”parole bellissime”: la comunita’ islamica italiana accoglie con entusiasmo e riconoscenza i gesti e le parole del Papa, che oggi a Lampedusa ha rivolto un pensiero ”ai cari immigrati musulmani che stasera stanno iniziando il digiuno di Ramadan”, augurando loro ‘‘O’scia”’, l’affettuoso saluto lampedusano che significa ”mio respiro”.
”Il Papa conferma le aspettative che hanno nutrito tutti i musulmani e gli immigrati circa l’apertura al dialogo e la promozione della tolleranza – commenta Sherif El Sebaie, intellettuale egiziano e membro della Comunita’ islamica torinese – e’ quello che ci aspettavamo con il nuovo pontificato, il Papa non ci ha deluso. Speriamo che sia l’inizio di un lungo cammino di incontro in questo momento storico cosi’ travagliato”.
Per il presidente dell’Ucoii (Unione delle comunita’ islamiche in Italia), Ezzildin Elzir, quelle del pontefice sono ”bellissime parole che hanno dei significati molto importanti”.
Elzir sottolinea ”il dialogo interreligioso che ormai da decine di anni sta andando avanti con la Chiesa cattolica” e ricorda come ”anche papa Wojtyla invito’ i fratelli cristiani a dedicare una giornata di condivisione con i musulmani, il 27 ottobre”. ”Questa, credo, e’ la realta’ del mondo islamico e cristiano: si dialoga, ci si arricchisce l’uno con l’altro e si cerca di condividere la spiritualita”’ aggiunge il leader dell’Ucoii, che sottolinea come quello di Francesco sia ”un messaggio molto importante soprattutto in questo momento storico, nel quale la sponda sud del Mediterraneo vive momenti molto difficili: le persone di buona volonta’ possono vedere che chi rappresenta una parte molto importante nel mondo, piu’ di 1 miliardo e mezzo di cristiani, ha la mano aperta al dialogo e al confronto. Credo che in questo modo possiamo superare gli estremismi di questa o quell’altra parte”.
Parla di ”gesto storico” il presidente delle Comunita’ del Mondo arabo in Italia (Comai), Foad Aodi, che esprime, a nome di tutta la comunita’, la propria ”riconoscenza” alla scelta del Papa di recarsi a Lampedusa. Quello di Francesco, spiega, e’ un gesto ”unico, importante e concreto per ricordare tutti i morti invisibili nel mare di Sicilia” e ”per ricordare ai politici di mettere in campo soluzioni costruttive ed umane per gli immigrati in difficolta’, per i poveri e per i rifugiati”. Ed e’ stato ”molto significativo” il fatto che si sia recato a Lampedusa ”un giorno prima dell’inizio del Ramadan, mese sacro per l’Islam e anche per gli immigrati, i rifugiati e i prigionieri musulmani che si apprestano a fare il digiuno nonostante si trovino in condizioni molto difficili”.
Apprezzamento anche dal presidente del centro islamico di Viale Jenner a Milano, Abdel Hamid Shaari: ”e’ una bella cosa che il Papa vada a Lampedusa a incontrare quei poverini che pagano un prezza altissimo per arrivare in Italia”. ”Lo ringraziamo e gli diciamo – aggiunge – che siamo aperti a qualsiasi dialogo e incontro” interreligioso. (ANSAmed).