Il Cairo, 3 lug. – Il presidente egiziano Mohamed Morsi potrebbe dimettersi oggi o essere destituito dlal’esercito: sono questi i due scenari disegnati dal quotidiano governativo Al Ahram, riguardo al futuro del capo dello Stato. Alcune fonti qualificate, citate dal giornale, hanno riferito che Morsi potrebbe decidere di “andare incontro alle richieste dell’opposizione di indire elezioni anticipate”, ottenendo in cambio “una via di uscita sicura per sé stesso e la leadership dei Fratelli Musulmani”.
Ma al Ahram disegna anche un secondo scenario, ovvero quello di un tentativo di resistenza del presidente che però andrebbe incontro alla defenestrazione su iniziativa delle forze armate. A quel punto, si legge, sarebbe l’esercito “ad andare incontro alle richieste dell’opposizione di salvare il paese”, organizzando un meeting tra esponenti della società civile e militare “allo scopo di disegnare un processo di transizione politica” della durata di 9 o 12 mesi, con la creazione di un Consiglio presidenziale ad interim e la sospensione della Costituzione.
Intanto sedici persone sono rimaste uccise questa notte in un attacco compiuto da un commando armato contro un gruppo di sostenitori del presidente Morsi davanti all’università del Cairo. Almeno 200 persone sono rimaste ferite, secondo quanto riferito dalla televisione locale. “Ci hanno attaccato con armi da fuoco. Io stesso ho soccorso un uomo che era stato colpito alla testa”, ha affermato uno dei presenti, Mustafa Abdelnasser. In totale, 47 persone sono morte dall’inizio delle manifestazioni contro il capo dello Stato. Tra queste figura anche un cittadino americano.
Nei giorni scorsi sostenitori e oppositori del presidente islamista sono tornati in strada a migliaia al Cairo in un’atmosfera particolarmente tesa. I sostenitori del capo di Stato hanno ribadito la “leggitimità” del primo presidente democraticamente eletto nella storia dell’Egitto. Decine di migliaia di persone si sono radunate a piazza Tahrir per una nuova mobilitazione contro Morsi, eletto un anno fa. “Svegliati Sisi, Morsi è il mio presidente”, scandiva la folla rivolgendosi al ministro della Difesa. Nella capitale egiziana è stato rafforzato il numero dei poliziotti, mentre le strade restano quasi deserte, in forte contrasto con l’abituale attività frenetica della megalopoli egiziana. (TMNews)