24 giu – Dal prossimo primo luglio, tutte le aziende petrolifere che operano in Angola e tutte le imprese e le istituzioni straniere dovranno utilizzare il Kwanza, la moneta locale, per effettuare pagamenti di beni e servizi. Lo ha reso noto la Banca nazionale di Angola (Bna). Inoltre la uova legge prevede l’obbligo per compagnie petrolifere di pagare i fornitori angolani utilizzando conti correnti aperti in banche angolane. – (http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19164)
Arrivano fino a 2,5 miliardi di dollari i capitali illeciti che vengono trasferiti dall’Angola all’estero ogni anno. Il dato e’ emerso nel corso di un incontro sulla fuga di capitali organizzato a Luanda.
“L’ammontare di capitale illecito trasferito al di fuori dal paese – ha dichiarato Tom Cardamone, economista e direttore di Global financial integrity, organizzazione americana che studia la fuga di capitali illeciti dai paesi in via di sviluppo – e’ variato da 483 milioni a 2,5 miliardi di dollari all’anno dal 2001 al 2010 dove per flussi finanziari illegali intendiamo qualsiasi somma generata non legalmente, non registrata e che sia stata trasferita all’estero”.
“L’ammontare di capitale illecito trasferito al di fuori dal paese – ha dichiarato Tom Cardamone, economista e direttore di Global financial integrity, organizzazione americana che studia la fuga di capitali illeciti dai paesi in via di sviluppo – e’ variato da 483 milioni a 2,5 miliardi di dollari all’anno dal 2001 al 2010 dove per flussi finanziari illegali intendiamo qualsiasi somma generata non legalmente, non registrata e che sia stata trasferita all’estero”.
Fra le ragioni che generano questi flussi di denaro illeciti Cardamone spiega che in Angola il 64% di queste somme deriva da false fatturazioni. “Puo’ capitare che un bene esportato dal paese sia contabilizzato ad un valore inferiore da quello realmente pagato – spiega – si creano quindi guadagni illeciti che spesso vengono spostati in altri paesi”. Il restante 34% di capitali illeciti e’ invece generato dalla corruzione. Secondo Cardamone per ridurre questi capitali occorre una semplificazione legislativa, perche’ “la corruzione spesso e’ generata dalla confusione” e un intervento forte della giustizia per sanzionare i comportamenti che generano questi capitali.