23 GIU – ”Noi facciamo un piano nazionale e non c’e’ bisogno del permesso europeo”: lo ha detto il premier Enrico Letta a in 1/2 Ora. Il premier spiega che verranno tra tra l’altro ”riutilizzati i fondi europei” ma che non andra’ dagli altri leader Ue a ”chiedere soldi” perche’ queste risorse sono gia’ nella disponibilita’ dell’Italia.
Per quanto le coperture Letta non si sbilancia: ”Le cifre saranno significative ma il piano – conclude – riguardera’ ”con intensita’ maggiore il Sud.
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(reuters) L’Italia non cerca di aggirare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, ma spinge per rivedere assieme ai parner europei le regole sugli investimenti produttivi cofinanziati dalla Ue, in modo da svincolare la quota nazionale dal Patto di stabilità. Questa discussione, però, fatica ad iniziare. Lo ha detto oggi il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni dopo l’Ecofin a Lussemburgo.
In particolare, sul tema dei fondi europei cofinanziati, un 50% è di regola coperto dall’Ue e “un altro 50% deve essere finanziato dall’Italia e questo 50% italiano entrerebbe nel computo del disavanzo. Per questa parte si chiede lo scomputo, ma è una cosa ancora in discussione sia nella misura che nelle la modalità”.
Il ministro ha anche citato la questione “dell’utilizzo accelerato (dei fondi europei) con possibilità di vagliare la percentuale di cofinanziamento nazionale su fondi già stanziati. Anche questa cosa è in discussione”.
L’Italia, ha detto di recente il ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia pensa ad una riduzione dal 50% al 25% della quota italiana per progetti di stimolo dell’occupazione, liberando con questa “manovra” circa 1 miliardo. Una fonte governativa ha detto a Reuters che “la riduzione si decide assieme alla Commissione europea e si pensa di promuoverla a breve”.
Ma Saccomanni è molto cauto su modifiche delle regole europee nel breve periodo. “Si può chiedere di tutto se, come dire, ci fosse una situazione di consenso per un riesame delle regole europee. Questo tipo di riesame per il momento non c’è”.