7 giu – Governo sotto assedio in Bosnia, e ministri costretti a lasciare l’edificio in tarda serata, passando in mezzo al sit-in dei contestatori.
Che alla fine l’hanno spuntata, ma solo in parte: l’esecutivo ha varato una norma-tampone, un provvedimento in vigore per sei mesi, in attesa che sia varata la legge definitiva.
Si tratta di uno stallo che, più che al debole governo centrale, andrebbe in realtà attribuito al Parlamento, dove i rappresentanti serbi, croati e musulmani non riescono a mettersi d’accordo sulla demarcazione dei nuovi distretti. Col risultato che da febbraio non si possono più emettere passaporti né registrare i neonati, perché è impossibile attribuire i nuovi codici identificativi di tredici cifre:
“Abbiamo richiesto il numero d’identificazione in comune, ma ci hanno detto che non possono fornircelo, che vorrebbero aiutarci ma non possono fare niente”, raccontava ieri durante la manifestazione la madre di un bambino gravemente malato, che deve essere urgentemente operato in Germania.
Proprio la sua vicenda ha scatenato la protesta, che si è estesa a macchia d’olio. Giovani genitori in piazza, e migliaia di automobilisti in solidarietà, per una sonora contestazione anti-politica.
Poi, in serata, è stato varato il decreto governativo, che dà sei mesi di respiro. Ma la questione di fondo resta: riuscirà il Parlamento, nei prossimi sei mesi, a varare la norma? euronews