1 giu. – Tornano indietro di 15 anni i consumi delle famiglie italiane, affondati dalla crisi, dal crollo del reddito disponibile e dalla paura per il futuro. In particolare, segnala la Relazione annuale della Banca d’Italia, nel 2012, la spesa delle famiglie e’ scesa del 4,3%: in termini pro capite e’ tornata ai valori del 1998. Secondo i tecnici di via Nazionale, oltre meta’ della contrazione e’ legata al calo del reddito disponibile delle famiglie, per effetto delle misure di correzione dei conti pubblici e delle sfavorevoli dinamiche occupazionali, e al deterioramento delle opinioni sulla situazione economica.
Tutte le principali componenti della spesa sono diminuite, in particolare i beni durevoli (-12,7%), soprattutto mobili e mezzi di trasporto. Anche la spesa per beni semidurevoli, principalmente vestiario e calzature, ha segnato una rilevante flessione (-9,4%). I consumi di beni non durevoli, che soddisfano bisogni difficilmente differibili nel tempo, sono diminuiti del 4,5% (-3% per la sola componente degli alimentari).
In termini reali il reddito disponibile delle famiglie consumatrici e’ sceso del 4,8% nel 2012. Un atteggiamento che contraddice quello degli anni precedenti, quando, pur in presenza di una congiuntura sfavorevole, le famiglie avevano invece puntato a mantenere almeno in parte gli standard di consumo, contenendo il risparmio.
In termini nominali il calo e’ del 2,2% e riflette in larga parte la dinamica negativa dei redditi da lavoro autonomo al netto dei contributi sociali (-8,2%). Una correzione dei consumi in linea con la caduta del reddito, fa notare Bankitalia, si era registrata solo durante la recessione dell’inizio degli anni Novanta. La propensione al risparmio delle famiglie si e’ collocata al minimo storico del 7,9% e si e’ praticamente annullata per le famiglie piu’ povere, mentre la quota di famiglie che spendono piu’ del loro reddito e’ salita al 21,9%, il valore piu’ alto dagli anni Novanta.