Sventato attentato a Mosca, uccisi due terroristi islamici

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20 mag. – Le forze di sicurezza russe hanno sventato un attacco terroristico a Mosca uccidendo due terroristi e arrestandone un terzo. L’elemento nuovo e’ che, stando a quanto comunicato dall’antiterrorismo, i presunti attentatori, che pianificavano un’azione nel centro della capitale, non sono di origine caucasica ma russa. I tre sono stati bloccati nella cittadina di Orechovo-Zuevo, un’ottantina di chilometri a est di Mosca.

Le forze di sicurezza russe stanno verificando la loro possibile appartenenza al gruppo terrorista Movimento islamico dell’Uzbekistan, ha reso noto una fonte interna interpellata dall’agenzia Interfax. Secondo la stessa fonte, i tre presunti terroristi sono “cittadini russi e musulmani praticanti”, addestrati nella regione pakistana del Nord Waziristan, al confine con l’Afghanistan.

Stando alle prime informazioni, i tre erano arrivati bella regione di Mosca per preparare “attentati e sabotaggi”. Allo stesso tempo, le forze di sicurezza stanno provando a chiarire i contatti e i legami dei presunti terroristi tra gli abitanti della zona. Il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha fatto sapere che il capo del Cremlino e’ stato informato dall’FSb (i servizi segreti russi) sia della preparazione dell’operazione per neutralizzare la cellula terroristica, che della sua conclusione.

I due presunti terroristi sono rimasti uccisi in una sparatoria in cui un membro delle forze di sicurezza e’ rimasto lievemente ferito. Il gruppo era “sorvegliato da mesi”, ha aggiunto la fonte. Il Movimento islamico dell’Uzbekistan e’ un gruppo militante formato nel 1991 dall’ideologo Tahir Yuldashev e dall’ex paracadutista Juma Namangani, di etnia uzbeka, con l’obiettivo di rovesciare il presidente uzbeko Islam Karimov e di creare uno Stato islamico sotto la Sharia. Una scissione di una frangia ancora piu’ estremista ha dato vita alla formazione, nel 2004, dell’Unione della jihad islamica (Iju).

Nel febbraio del 1999 una serie di attentati dinamitardi nella caputale Taskent causarono 15 morti. Pochi giorni dopo il Movimento pubblico’ il suo manifesto politico a sostegno della costituzione di uno stato islamico nella repubblica ex sovietica, pur non rivendicando direttamente gli attentati. Le sue posizioni si differenziavano da altri movimenti islamici storici diffusi nel Paese, come Hizb ut-Tahrir, favorevoli alla costituzione di un califfato islamico.

Gli attentati e la pubblicazione del manifesto provocarono una stretta repressiva in Uzbekistan e molti membri del gruppo furono costretti all’esilio, impiantando la propria base principale nell’Afghanistan talebano e in aree remote e scarsamente popolate del Tagikistan. L’ossatura del movimento era costituita da esuli uzbeki che avevano combattuto al fianco degli insorti tagiki durante la guerra civile in quel Paese, e che avevano poi rinsaldato le loro connessioni con i talebani.
La campagna dell’Isaf in Afghanistan ha indebolito molto il movimento, anche perche’ Namangani e’ stato ucciso. Ma alcune cellule dell’organizzazione restano attive ancora oggi, sia in Uzbekistan che al confine tra Afghanistan e Pakistan.