14 mag. – Continua a deteriorarsi la qualita’ del credito in Italia. Le sofferenze lorde, calcola l’Abi nel Bollettino mensile, hanno raggiunto a marzo quota 131 miliardi di euro, in aumento di oltre 23 miliardi rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e di 3,3 miliardi rispetto a febbraio 2013. Su base annua l’incremento e’ del 21,7%. Le sofferenze nette hanno invece toccato i 64,3 miliardi, con un incremento di 16 miliardi rispetto a un anno prima.
In rapporto al totale degli impieghi le sofferenze lorde risultano pari al 6,6% a febbraio, in crescita dal 5,4% di un anno prima. Rispetto al periodo pre-crisi marcato e’ il peggioramento della qualita’ del credito, specie con riguardo alle piccole imprese: da giugno 2008 a marzo 2013 il rapporto sofferenze lorde/impieghi del settore privato e’ piu’ che raddoppiato, passando dal 3% al 7,7%.
In aumento e sempre elevato e’ il livello del rapporto per le famiglie produttrici: dal 7% al 12,3%. Nel quarto trimestre del 2012 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti e’ aumentato di tre decimi di punto, al 2,5% (al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno). Il tasso di ingresso in sofferenza dei finanziamenti alle imprese e’ salito al 4%, avvicinandosi ai valori massimi registrati durante la recessione del 1993. Informazioni preliminari indicano che il deterioramento della qualita’ del credito alle imprese sarebbe rimasto elevato anche nel primo trimestre dell’anno in corso.
Il numero di affidati in sofferenza e’ passato da 593.820 del 2008 ad oltre un milione nel 2012, mentre in termini di ammontari le sofferenze sono passate da 41 miliardi a quasi 121 miliardi. L’aumento in valore assoluto ha riguardato principalmente le classi di grandezza inferiori a 2,5 milioni di euro, che ricomprendono anche le imprese di piu’ piccole dimensioni, che nel periodo 2008-2012 sono aumentate di circa 518.000 unita’ in termini di numero di affidati e di oltre 42,5 miliardi con riguardo all’ammontare delle sofferenze.
ANCORA GIU’ PRESTITI A FAMIGLIE E IMPRESE APRILE Nuova flessione dei prestiti bancari ad aprile. Il totale dei finanziamenti a residenti in Italia, segnala l’Abi, si colloca a 1.907,5 miliardi di euro, per una contrazione annua del 2,1% contro il -1,9% di marzo. Lievemente negativa e’ risultata anche la variazione annua dei prestiti a residenti in Italia al settore privato: alla fine di aprile 2013 risultano pari a 1.640,3 miliardi di euro per un calo del 2,3%. I prestiti a famiglie e societa’ non finanziarie ammontano, sempre a fine aprile 2013, a 1.458,6 miliardi di euro, con una riduzione annua del 3,1% (-2,6% a marzo, -1,8% nella media dell’area del’euro).
Se si considera la disaggregazione per durata, si rileva come il segmento a breve termine (fino a 1 anno) abbia segnato un calo annuo del 4,9% (-3% a marzo), mentre quello a medio e lungo termine (oltre 1 anno) ha segnato una variazione di -2,5% (-2,4% a marzo). A marzo la dinamica dei finanziamenti destinati alle imprese non finanziarie e’ risultata in diminuzione del 2,8% (-2,7% il mese precedente, 0% un anno prima). In marginale flessione la dinamica tendenziale del totale prestiti alle famiglie (-0,8% a marzo, -0,6% il mese precedente, +2,2% a marzo 2012). La dinamica dei finanziamenti per l’acquisto di immobili, e’ scesa dello 0,8% (invariata rispetto al mese precedente, +3% a marzo 2012). L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attivita’ economica1 mette in luce come a marzo scorso le attivita’ manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi coprano una quota sul totale di circa il 54,3%, con la quota delle sole attivita’ manifatturiere al 23%. I finanziamenti al commercio ed attivita’ di alloggio e ristorazione detengono un’incidenza sul totale di circa il 19,1%, mentre il comparto delle costruzioni il 17,5% e quello dell’agricoltura il 4,6%. Le attivita’ residuali circa il 4,5%.
(AGI) .