7 magg – Ieri sera, fino a notte inoltrata, i partner della maggioranza si sono confrontati a Brdo pri Kranju per decidere una sorta di manovra correttiva per cercare di non far deragliare la “vaporiera” e presentare una strategia credibile a Bruxelles.
E a pagare saranno i soliti noti. Innanzitutto sarà introdotto il cosiddetto “debito di crisi”, ossia il prelievo obbligatorio dell’uno per cento da tutte le buste paga, saranno innalzate le tasse sui beni immobili (leggi case in primis), l’innalzamento dell’Iva, la vendita delle partecipazioni statali della Telekom (comunicazioni) e della Nova Kreditna Banka Maribor (Nkbm). Previsti tagli anche ai fondi per i Comuni e tagli nel settore pubblico dove il governo prevede una diminuzione annua degli addetti pari all’uno per cento. Se i sindacati non dovessero accettare l’esecutivo provvederà a tagli lineari degli stipendi. Sul fronte degli investimenti pubblici per cercare di far muovere un po’ la stagnante economia del Paese il governo Bratušek darà il via alla costruzione di due grosse centrali idroelettriche lungo il corso della Sava.
Lubiana aveva promesso però all’Ue che nel documento che sarà presentato il 9 maggio alla Commissione ci sarà anche la data dell’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione e l’avvio della riforma del regime referendario. Ebbene non ci sarà nulla di tutto questo. […] (ilpiccolo)
incredibile..dove entra l’ euro è un disastro….e noi continuiamo ad accettare!!!