Bologna 25 Aprile 2013 – Anche quest’anno sono andato in piazza Nettuno per il 25 aprile. Da sempre ritengo la festa della liberazione una ricorrenza importante. Ricordare è fondamentale. Tramandare ancora di più. La storia non é maestra di vita, ma sapere aiuta a capire e, a volte, a prevenire.
Questo il mio approccio, questi i motivi per cui cerco di non mancare mai anche se, spesse volte, rincaso deluso dalle strumentalizzazioni di chi non riesce a resistere alla tentazione di utilizzare quel palcoscenico per fini personali o di parte.
Oggi, più che nelle scorse celebrazioni, la nostra amministrazione ha dimostrato di aver perduto il senso ed il significato di una festa nazionale. L’intervento “caratterizzante” è stato in larga parte fuori tema ed orientato a dividere, più che ad unire. Il dramma di quegli anni, le vite spezzate, l’olocausto, l’esaltazione della razza e le libertà negate sono state scalzate da un anacronistico rigurgito di femminismo in perfetto stile anni settanta. Una provocazione grave ed inutile, soprattutto in un momento in cui il Paese ha bisogno di unità e punti di riferimento ed allo stesso tempo inaccettabile poiché posta in essere da chi, rivestendo una carica che è e deve essere espressione di tutti, ha approfittato dell’occasione per stravolgere il senso della manifestazione, trasformando il 25 aprile in una riedizione dell’8 marzo di cui nessuno sentiva la necessità.
Lorenzo Tomassini