17 apr – Sel rompe gli indugi e dice come la pensa su quanto avverra’ domani con il voto sul presidente della Repubblica. Nichi Vendola convoca i cronisti in Sala stampa a Montecitorio: ”Siamo ormai al punto decisivo in cui si decide non solo la partita del Quirinale ma il futuro politico del Paese.
Noi mettiamo due punti fermi. Primo: se le intese e i dialoghi per l’inquilino del Quirinale fossero le prove d’orchestra per il governissimo, noi non potremmo che esprimere una radicale contrarieta’ per una ragione di fondo: sarebbe la risposta piu’ antitetica alla richiesta di cambiamento venuta dalle elezioni. Secondo: c’e’ un fatto nuovo con cui confrontarsi, dobbiamo cogliere il terreno avanzato che ci offre il M5S per orientare la nostra azione politica. I nomi offerti dal M5S sono una importante base di dialogo”.
No a Franco Marini, Giuliano Amato o Massimo D’Alema? Replica Vendola: ”Sarei pronto a brindare se eleggessimo un presidente capace di ottenere una larga maggioranza. Ma serve anche una maggioranza lunga, capace di proiettarsi in lungo e largo per il Paese. Non ci serve un Presidente garante delle nomenclature e non garante della domanda di cambiamento: sarebbe la rappresentazione dell’afasia di un ceto politico che non vuole fare i conti con la realta’.
Sui nomi e’ sempre sgradevole una discussione che precipita sulle biografie delle persone perche’ quelle di cui si parla hanno una statura elevatissima e meritano tutte rispetto. Se lavoriamo per l’inciucio, andiamo contro gli interessi del Paese”. Il leader di Sel non fa il nome di Stefano Rodota’ ma fa capire che e’ quella la soluzione piu’ gradita. Nella riunione di stasera con il Pd, Sel potrebbe ancora di piu’ esplicitare questa scelta.