12 apr – Per contribuire al contenimento di un sovraffollamento carcerario ormai insostenibile, i saggi del gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali hanno proposto di ”trasformare in pene principali comminabili dal giudice di cognizione alcune delle attuali misure alternative dell’esecuzione, come l‘affidamento in prova e la detenzione domiciliare’‘.
Accanto a questo, la necessita’ di ”un ampio processo di depenalizzazione di condotte che possono essere meglio sanzionate in altra sede e l’introduzione su larga scala di pene alternative alla detenzione”. Per i saggi, una particolare attenzione va dedicata ”al tema del lavoro dei detenuti, che riduce drastica mente la recidiva, rende il carcere piu’ vivibile, rispetta la dignita’ della persona detenuta; per questa ragione occorre una congrua assegnazione di risorse finanziarie”.