9 apr. – Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti e’ diminuito del 2,1% nel 2012.
Lo segnala l’Istat, sottolineando che nell’ultimo trimestre dell’anno esso ha registrato una riduzione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,2% sul quarto trimestre del 2011. Tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel 2012 e’ diminuito del 4,8%. Nel quarto trimestre, si e’ ridotto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti dello stesso periodo del 2011.
Retribuzioni ferme a febbraio mentre calano ancora i prestiti al settore privato. Secondo l’Istat, le retribuzioni contrattuali orarie a febbraio sono risultate invariate rispetto al mese precedente e in crescita dell’1,4% su base annua. Il dato tendenziale, in rallentamento (per il quinto mese consecutivo) rispetto all’1,5% di gennaio, rimane sotto l’inflazione con un divario di 0,5 punti percentuali.
Complessivamente, nel primo bimestre del 2013 la retribuzione e’ cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. I settori che a febbraio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (3,6%); tessili, abbigliamento e lavorazioni pelli (2,8%); pubblici esercizi e alberghi (2,7%).
Si registrano, invece, variazioni nulle per energia e petroli, telecomunicazioni e per tutti i comparti della pubblica amministrazione. Alla fine di febbraio i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 58,4% degli occupati dipendenti e al 54,6% del monte retributivo osservato. La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo e’ del 41,6% nel totale dell’economia e del 24,5% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e’, in media, di 27,4 mesi per l’insieme degli occupati e di 14,8 mesi per quelli del settore privato.
Per quanto riguarda i prestiti, i dati diffusi dalla Banca d’Italia testimoniano una contrazione dell’1,3% su base annua, dopo il -1,6% segnato a gennaio. In particolare, i prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,7 per cento sui dodici mesi (-0,6 per cento a gennaio), mentre quelli alle societa’ non finanziarie sono calati del 2,6 per cento (-2,8 per cento a gennaio). In aumento invece le sofferenze lorde, il cui tasso di crescita sui dodici mesi e’ aumentato al 18,6 per cento dal 17,5 per cento del mese precedente. Segnali positivi vengono dalla raccolta.
A febbraio il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato e’ ulteriormente cresciuto, attestandosi al 7,8 per cento (7,7 per cento a gennaio), mentre quello della raccolta obbligazionaria e’ sceso dello 0,8 per cento (2,2 per cento nel mese precedente). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle societa’ non finanziarie di importo superiore a 1 milione di euro sono diminuiti al 2,90 per cento (3,10 per cento a gennaio); quelli di importo inferiore a tale soglia sono stati pari al 4,38 per cento (4,39 nel mese precedente).
I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,94 per cento (3,92 per cento a gennaio); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono aumentati al 9,78 per cento (9,59 a gennaio). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono diminuiti all’1,15 per cento (1,17 per cento a gennaio).