5 apr – (euronews) Giro di vite della polizia di Manchester contro le aggressioni ai danni di emo, punk e metallari. Da oggi rientrano nelle violenze a sfondo razziale e religioso.
La decisione arriva dopo una lunga campagna seguita all’omicidio di Sophie Lancaster, una giovane di 20 anni uccisa dal branco a causa del suo stile dark:
“Combattiamo da anni anni contro l’intolleranza e il pregiudizio – racconta Stacey Elder, un’amica di Sophie – Nell’area di Manchester abbiamo intrapreso l’iniziativa di includerli nei crimini d’odio. È fantastico. Il governo sarà informato e potrà intevenire a livello nazionale”.
Le pene non saranno più severe, per questo bisogna attendere una normativa statale. Ma questa disposizione permetterà alla polizia di intervenire con più efficacia.
“Se siete stati vittima di un crimine d’odio, qualunque sia la motivazione, fatevi avanti, raccontateci la vostra esperienza – dice ai microfoni Garry Shewan, agente di polizia della Greater Manchester – Noi indagheremo e porteremo la questione in tribunale come crimine d’odio”.
I giovani rappresentanti di queste nuove e vecchie culture urbane subiscono spesso aggressioni, così come chi viene attaccato per il colore della pelle o per il credo religioso:
“Ci mostrano le pistole e inveiscono contro di noi, ci inseguono – spiega Victor Ziolek, uno studente di Machester – Cose del genere”.
“Non sono mai stata minacciata in modo violento – ammette Drew Sitton, una giovane studentessa – mi è capitato di sentire insulti gridati dall’altra parte della strada, ma alcuni amici sono stati minacciati con le armi e picchiati”.
La prossima battaglia per la fondazione che prende il nome della giovane Sophie è ottenere la modifica della legislazione britannica che, al momento, non riconosce questi reati come crimini d’odio.