Sanzioni disciplinari a giornalisti che non rispettano i diritti dei detenuti

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28 mar – Il Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti ha approvato all’unanimità la “Carta di Milano’’, relativa ai diritti dei detenuti, che diventa così un protocollo deontologico obbligatorio per tutti i giornalisti italiani.

L’approvazione da parte del Cnog conclude il percorso partito con la presentazione a Milano, due anni fa, della Carta del carcere e della pena messa a punto dagli Ordini dei giornalisti della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Veneto.

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La Carta, riafferma il dovere fondamentale di rispettare la persona e la sua dignità, contro ogni forma di discriminazione, di rispettare “la verità sostanziale dei fatti, come espresso dall’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine, di rispettare i principi fissati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea”.

Negli otto articoli della Carta si ribadisce il valore di ogni azione che tenda al reinserimento sociale del detenuto, un passaggio complesso che può avvenire a fine pena oppure gradualmente, come prevedono le leggi che consentono l’accesso al lavoro esterno, i permessi ordinari, i permessi premio, la semi-libertà, la liberazione anticipata e l’affidamento in prova ai servizi sociali e raccomanda l’uso di termini appropriati in tutti i casi in cui il detenuto usufruisca di misure alternative al carcere o di benefici penitenziari (che non sono – si ribadisce – equivalenti alla libertà, ma solo una modalità di esecuzione della pena, il cui valore più essere illustrato anche da dati statistici), un corretto riferimento alle leggi che disciplinano il procedimento penale, una aggiornata e precisa documentazione del contesto carcerario, un responsabile rapporto con il cittadino condannato non sempre consapevole delle dinamiche mediatiche, una completa informazione circa eventuali sentenze di proscioglimento.

Il tema del rapporto tra informazione e realtà carceraria sarà inserito fra gli argomenti oggetto dell’esame professionale. La violazione di queste regole comporta procedimenti e sanzioni disciplinari.

Ecco il documento approvato dal Cnog >>