19 mar – La prima a nascondere la mano e’ la Germania: ”Non e’ stata una nostra idea” il prelievo forzoso sui piccoli depositi, dice il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, e quello degli Esteri Guido Westerwelle spiega che ”sarebbe stato piu’ intelligente escludere i piccoli risparmiatori”.
Anche Parigi e Vienna si schierano dalla parte dei cittadini, alludono ad ”errori” fatti dall’eurogruppo e puntano il dito contro Bce e Fmi: sarebbero stati loro a fare pressione su Cipro perche’ includesse nella tassa anche i piccoli depositi, nonostante fonti della Bce smentiscano e il membro tedesco del board Jorg Asmussen oggi e’ stato tra i primi ad aprire ad una revisione dell’intesa.
Il ‘pasticciaccio’ pero’ c’e’ stato, e con tutta probabilita’ porta la firma di vari personaggi, a cominciare dal neopresidente dell’eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, che ha spinto per applicare un modello che lui stesso ha gia’ utilizzato in Olanda per il salvataggio della SNS Reeal, dove a pagare furono non solo gli investitori ‘senior’ ma anche i ‘junior’.
Jeroen Dijsselbloem viene definito dal Wall Street Journal un falco in ambito fiscale.
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Ma e’ un modello che ”sembra aver rotto un altro tabu”’ della zona euro cioe’ non garantire piu’ i depositi bancari, scrive Morgan Stanley. Per questo l’Eurogruppo oggi fa ‘retromarcia’, dopo che anche gli Usa hanno chiesto una soluzione ”responsabile e giusta’.