18 mar – (reuters) Si dichiara amareggiato per il veto del Quirinale alla sua candidatura a presidente del Senato, che pure gli era stata prospettata dal Pd, e sostiene di ritenersi ingabbiato nel ruolo di premier dimissionario da cui ha la senzazione che non uscirà tanto presto.
Così Mario Monti in un’intervista alla Stampa, due giorni dopo l’elezione di presidenti di Camera e Senato provenienti dal centrosinistra, ma senza i voti di Scelta civica, il partito centrista coagulatosi attorno a lui.
“Lo so, è tempo di organizzare il trasloco. Ma dicono che non sarà troppo presto”, ha detto Monti parlando del suo governo in carica per il disbrigo degli affari correnti, mentre non emerge ancora in Parlamento alcuna maggioranza in grado di sostenere un nuovo governo.
“Mi sono sentito onorato dalle valutazioni del Presidente sul mio ruolo al governo, ma al tempo stesso un po’ prigioniero”, ha aggiunto il premier, parlando del messaggio di sabato con cui Napolitano, lodandolo per il suo ruolo di presidente del consiglio, gli ha sbarrato la strada della presidenza di palazzo Madama.
“Dato il rapporto di stima e, se mi è permesso dire, di ammicizia che il presidente mi ha consentito di avere con lui, non gli ho nascosto la mia amarezza”.
Monti sostiene nell’intervista che era stato il Pd a proporgli la presidenza del Senato a fronte del suo appoggio al Pd per la presidenza della Camera. Lo scambio avrebbe potuto funzionare “per contribuire ad un quadro ampio di governabilità”, a cui punta Scelta civica con la riproposizione di un’alleanza di governo Pd-Pdl-centristi. Un progetto respinto dal centrosinistra, che ha la maggioranza alla Camera ma non al Senato.
Il premier uscente critica il segretario del Pd Pierluigi Bersani per il suo tentativo di alleanza con il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, in quanto potrebbe costare all’Italia la sua ritrovata credibilità in Europa.
Bersani “dovrebbe pensarci bene: il cammino che abbiamo fatto insieme per ritrovare un posto in Europa è stato tutto in salita. Si fa presto a rimettere in gioco un patrimonio di credibilità per timore di un nuovo passaggio elettorale e per un pugno di voti. Spero che ci riflettano bene”.