9 marzo – E’ finita con l’affidamento ad una struttura protetta la terribile esperienza di due sorelle nigeriane di 15 e 12 anni, nate in Italia e vissute a Terni, che hanno conosciuto, gia’ da piccole, l’abbandono e la sofferenza. Una storia venuta alla luce dall’esame dei loro diari, che hanno rivelato anni di percosse, minacce, maltrattamenti da parte del padre, che addirittura in un caso aveva messo del peperoncino negli occhi della minore per punirla per aver sbagliato un compito. Un vero e proprio regime di terrore per le due ragazzine, una delle quali ha anche subito violenza sessuale da parte di un cugino del padre al quale erano saltuariamente affidate.
Le sofferenze per le bambine sono cominciate molto presto: avevano 7 e 4 anni, infatti, quando la madre le abbandono’, lasciandole con il padre per andare in Nigeria, paese dal quale non e’ piu’ tornata, sostenendo di non riuscire a ottenere un visto.
Il padre, di mestiere ambulante, svolgeva il suo lavoro fuori citta’, lasciando le bambine da sole anche per lunghi periodi, affidandole a vicini caritatevoli e a un suo cugino, sempre di cittadinanza nigeriana. Le bambine, che comunque andavano a scuola, cercavano di condurre una vita abbastanza normale, nonostante spesso si ritrovassero senza acqua, senza corrente elettrica e senza gas perche’ il padre non pagava le bollette.
I vicini, sentiti in seguito come testimoni, hanno confermato che vedevano spesso le bambine, di notte, andare a prendere l’acqua con dei secchi dalle fontanelle in strada. Spessissimo, venivano ospitate a pranzo e a cena dai vicini, che notavano un andirivieni continuo nell’appartamento delle bambine, ormai diventate ragazze, di nigeriani. Il padre si giustificava con loro dicendo di ospitare dei connazionali di passaggio a Terni ai quali affidava anche la cura delle figlie, visto che si doveva assentare anche per lunghi periodi.
A gennaio, pero’, la maggiore e’ andata in questura. Si e’ rivolta all’Ufficio Minori per sapere come fare per poter tornare a scuola, dato che era stata male e la scuola non la riammetteva in classe senza il certificato medico. Ha spiegato che il padre era assente da casa da tanto tempo, percio’ non c’era nessuno che potesse giustificare l’assenza.
Gli agenti dell’Ufficio Minori non hanno perso un attimo di tempo, hanno subito contattato i Servizi Sociali ed insieme hanno iniziato una rapida attivita’ di indagine che ha portato immediatamente all’allontanamento dalla casa paterna delle ragazze, affidandole ad una connazionale vicina di casa, che gia’ in passato si era presa cura di loro. Lo stesso giorno, in un sopralluogo nell’abitazione, gli agenti vi hanno trovato un cittadino nigeriano, risultato clandestino e con documenti falsi, che e’ stato denunciato.
Continuando sempre la delicata attivita’ di indagine, sia gli agenti dell’Ufficio Minori, che gli Assistenti Sociali, hanno cercato di farsi raccontare dalle ragazze i particolari della loro vita, trovando pero’ resistenza da parte loro; anche la vicina di casa alla quale erano state affidate ha dichiarato di non potersene piu’ occupare, ammettendo poi alla fine di aver paura del padre, che stava tornando in Italia.
Le ragazze, allora, sono state spostate in una struttura protetta, e li’, sentendosi piu’ sicure, hanno mostrato alle assistenti sociali i loro diari, dove avevano annotato anni di maltrattamenti e di sofferenze e per la maggiore, anche la violenza sessuale subita quando aveva 12 anni da parte del cugino del padre, al quale era stata affidata insieme alla sorella, ed andata avanti per qualche anno.