“è doverosamente noto che il sapere superstizioso diretto a distinguere e a disprezzare categorie sociali identificate per sesso, religione, colore, pelle, etnia culturale ha indotto ad ingiustificate emarginazioni, discriminazioni e persecuzioni”
6 marzo – Dare a qualcuno dello ‘iettatore’ è reato. Lo ha rilevato la Cassazione sottolineando che dal “sapere superstizioso” sono derivate tante “persecuzioni e discriminazioni”. In questo modo la quinta sezione penale ha convalidato una condanna per diffamazione nei confronti di un conduttore di una emittente radiofonica di Altamura, nel barese, per essersi rivolto ad una persona dicendogli: “Porta male, tanto che devo toccare ferro perché porta anche sfortuna”.
Inutile il ricorso, volto a ribaltare il verdetto di colpevolezza. Piazza Cavour ha sottolineato che “la dannosità di false credenze popolari è empiricamente rilevabile al di là di singoli casi di cronaca che hanno avuto estrema risonanza nella pubblica opinione, anche, specialmente, nella storia dell’umanità”.
Del resto, aggiunge la Suprema Corte, “è doverosamente noto che il sapere superstizioso diretto a distinguere e a disprezzare categorie sociali identificate per sesso, religione, colore, pelle, etnia culturale ha indotto ad ingiustificate emarginazioni, discriminazioni e persecuzioni”. adnk