22 febbr – L’Italia rischia di essere portata davanti alla Corte di giustizia europea se non modifichera’ le norme sull’unbundling dei servizi ausiliari. La Commissione Ue ha inviato a Roma un parere motivato, seconda tappa della procedura d’infrazione avviata lo scorso luglio, in quanto ritiene che il la norma contenuta nel decreto semplificazioni, limitando l’autonomia dell’Agcom, sia ”contraria alle regole Ue”.
La Commissione ha esaminato la legislazione italiana che impone la separazione dei servizi accessori, come la manutenzione e l’attivazione delle linee telefoniche, dall’accesso disaggregato all’ingrosso alla rete locale forniti dal gestore storico Telecom Italia. Le norme recentemente adottate, pero’, secondo i servizi della commissaria Ue all’agenda digitale Neelie Kroes, hanno ”anticipato nella pratica il margine di discrezionalita’ dell’autorita’ regolatrice nazionale, Agcom”.
La limitazione di fatto dell’autonomia di giudizio dell’Agcom e’ ”contraria alle regole Ue che richiedono che i regolatori nazionali esercitino ex-ante in modo indipendente i poteri regolatori, in modo da assicurare che le misure adottate siano appropriate ai problemi di concorrenza” emersi dall’analisi del mercato.
Dopo aver inviato lo scorso 19 luglio una lettera di messa in mora all’Italia, e non avendo ricevuto una risposta adeguata, la Commissione ha deciso oggi di proseguire con la procedura d’infrazione e inviare una lettera di messa in mora. L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere in modo ”soddisfacente”, altrimenti sara’ deferita alla Corte di giustizia Ue. ansa