Una ‘super sinistra’ a sinistra della sinistra-sinistra? Nascera’ in Italia, sull’onda della crisi economica globale, un nuovo partito? Giorgio Cremaschi, leader della Rete28aprile, raccogliera’ sabato mattina al teatro Ambra Iovinelli di Roma pezzi di Fiom, di sindacati di base, di movimento e lancera’ ufficialmente lo slogan: “Non pagare il debito”.
Il movimento intende battersi per un’uscita alternativa alla crisi, a partire dall’adesione alla mobilitazione europea del 15 ottobre promossa dagli ‘indignados’ di Spagna. “Non ci sentiamo rappresentati dall’attuale centrosinistra, che gareggia con Berlusconi per rassicurare i mercati. E i lavoratori, chi li rassicura?”.
Lo ha detto Cremaschi, presentando per strada, proprio vicino a palazzo di Bankitalia a Via Nazionale, l’iniziativa dell’Ambra Iovinelli, con la quale si aprira’ lo spazio a “un movimento sociale e politico contro il debito. Il debito non si puo’ piu’ pagare, ci vuole una moratoria e i miliardi per salvare le banche devono essere invece utilizzati per investimenti su lavoro, casa, scuola e welfare”.
All’appuntamento “Dobbiamo fermarli” – proposto tra gli altri da Gianfranco Mascia del Popolo Viola, da Giovanni Barozzino delegato sindacale licenziato dalla Fiat di Melfi, dallo storico Antonio Moscato e dall’ex deputato Prc Franco Russo – hanno aderito esponenti di Cgil, Fiom e dei sindacati di base, militanti No Tav e per i beni comuni, intellettuali come Andrea Camilleri e Gianni Vattimo, studenti e rappresentanti di forze politiche dell’ultrasinistra come il Partito comunista dei lavoratori di Marco Ferrando e Sinistra critica.
Oltre al no al debito per “colpire a fondo la speculazione finanziaria e il potere bancario”, l’assemblea dell’1 ottobre si sviluppera’ sul altre parole d’ordine: lotta all’evasione fiscale, taglio delle spese per la difesa e ritiro da ogni missione militare, abolizione delle leggi sul precariato, indicizzazione dei salari, taglio ai super stipendi dei manager, patrimoniale, un nuovo modello di sviluppo ecologicamente compatibile, lotta alla corruzione e ai privilegi di casta, ritorno al proporzionale. “Vogliamo trasformare la nostra indignazione, la nostra rabbia, la nostra mobilitazione – sostengono i promotori – in un progetto sociale e politico che colpisca il potere e modifichi i rapporti di forza per costruire una reale alternativa”.
(AGI)