Bersani ha iniziato a comprare i parlamentari M5S

grillo

19 febbr – (ilportaborse) Ho fatto un giro tra Camera e Senato e vi racconto una voce che gira. Si parla già di compravendite di Senato. Quello che si sussurra è che Bersani, Vendola e Monti non riuscirebbero a mettere su a palazzo Madama una maggioranza che sia in grado di governare. Ergo, si narra pure che sarebbero intercorsi colloqui con alcuni futuri senatori del Movimento 5 Stelle e che almeno sette di essi sarebbero già pronti ad assicurare i voti necessari al governo Bersani di nascere e cominciare a navigare. Poi si vedrà.

Non so se questo è vero. Ma quel che mi impressione è che questa storiella è quantomeno verosimile. Mi è stata raccontata sia da esponenti di destra che di sinistra. Non se ne fa mistero anche tra i centristi. Il punto è proprio questo: chi può garantire che Beppe Grillo riesca a tenere a bada ai suoi e che non accada invece che il giorno dopo ognuno va per gli affari suoi? Il comico genovese non è riuscito manco a impedire ai suoi di andare in televisione, figuriamoci se in ballo c’è una fiducia a un governo. Non è questione da poco. Sul fatto che il Movimento 5 Stelle faccia il botto tutti sembrano ormai certi e persino rassegnati. Si guarda al dopo. Che faranno? Chi sono?

Anche quando nel 2006 il centrosinistra vinse d’un soffio e si trovò a dover raccattare voti a palazzo Madama tra i senatori a vita e soprattutto quelli eletti all’estero, di cui nessuno sapeva nulla. Non avendo vincolo di partito, i senatori all’estero si misero all’asta per assicurare il loro voto. Emblematico fu il caso del senatore Luigi Pallaro che per appena due anni di legislatura si portò a casa oltre un milione di euro di finanziamento pubblico al suo fantomatico movimento. Figuriamoci i grillini. D’accordo, mi direte: ma i grillini sono altra cosa. E va bene, chi lo afferma che nel momento in cui si entra in un’aula parlamentare tutto è in vendita e tutto si può comprare.