13 febbr – Il ministero dell’Ambiente riferisce in una nota di star “monitorando da vicino la situazione grazie alla rete scientifica appositamente voluta e finanziata dal dicastero: università di Pavia, università di Padova, Asl, istituti zooprofilattici e Arpat. Inoltre il ministero dell’Ambiente ha allertato il reparto ambientale marino (Capitanerie di porto e Guardia costiera). Dalle prime indagini sembra di poter escludere eventi eccezionali causati dall’uomo, come sversamenti di petrolio o di sostanze inquinanti, ricerche geosismiche o esercitazioni militari”.
La causa più probabile è di natura infettiva (in 6 soggetti è stata rinvenuta traccia di un batterio, Photobacterium Damselae, che può portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative). Per questo motivo nelle prossime settimane i ricercatori approfondiranno l’eventuale presenza di virus e l’eventuale fioritura di alghe anomale.
“La Rete nazionale di monitoraggio degli spiaggiamenti sta svolgendo un ottimo lavoro di raccordo tra tutti i soggetti coinvolti e di campionamento, ma – ha commentato Clini – vogliamo continuare a studiare da vicino questo fenomeno così preoccupante. Attendiamo nelle prossime settimane dati certi che mettano al confronto le conoscenze teoriche sulle correnti marine con i dati meteo-marini degli ultimi mesi e la situazione su eventuali spiaggiamenti avvenuti in Francia e in Spagna, così da ricostruire un quadro complessivo della situazione”.