12 feb. – Licenziato da uno studio di fisioterapia ha tentato di uccidersi. A salvare il ventenne di Alcamo, sposato e padre di una bimba di due mesi, sono stati gli agenti del commissariato al quale, durante una concitata telefonata, aveva manifestato l’intenzione di togliersi la vita perche’ aveva perso il lavoro.
Accertata la sua identitita’ e contattati i familiari, sono stati inutili i primi tentativi di rintracciarlo nonostante gli strumenti tecnici per il rilevamento della posizione della cella di aggancio del suo cellulare. La svolta quando il telefonino e’ risultato raggiungibile.
Al telefono il giovane ha detto di trovarsi con “i piedi nella melma delle acque reflue della fognatura” che stava per uccidersi. L’indicazione ha permesso ai poliziotti di localizzarlo nei pressi di un canale di scolo delle acque reflue in transito verso il depuratore.
E’ stato rintracciato privo di sensi, adagiato su una sporgenza del canale, con l’acqua che lo copriva fino alla vita, a due metri dal manto stradale. Con l’aiuto di alcuni automobilisti, e’ stato recuperato e condotto nel pronto soccorso, dove i medici hanno riscontrato lo stato confusionale e un principio di assideramento. (AGI) .