9 febbr – ”Il problema non e’ se Riva ha intenzione di finanziare la bonifica dell’Ilva di Taranto, lo deve fare, se vuole rimanere nella proprieta’ dell’azienda: le regole europee per la concorrenza prevedono che le imprese non possono operare in concorrenza con soldi pubblici”. Cosi’ il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e’ intervenuto oggi a Genova a margine di una iniziativa del Pd genovese.
[box] Però con circa 70 milioni di euro di fondi pubblici si puo’ realizzare a Taranto una foresta urbana da 68,9 milioni di euro
Una foresta urbana a Taranto per separare lo stabilimento dell’Ilva. Il progetto per Taranto (valore 68,9 milioni di euro) prevede la riqualificazione del quartiere Tamburi, interessato da un elevatissimo tasso di inquinamento ambientale per la contiguità con l’Ilva.
Non sarebbe stato meglio spendere quei 70 milioni di euro per la bonifica, aiutando l’azienda e migliorando la salute dei cittadini? No, perché la UE non lo prevede.[/box]
”Se Ilva non fosse in grado di dare le garanzie, la legge prevede che possono subentrare forme di gestione diversa da Riva – ha sottolineato – non necessariamente la nazionalizzazione, che eventualmente sarebbe proprio l’ultimo stadio verificando la compatibilita’ con le regole europee”.
”Da un lato stiamo verificando con l’azienda lo stato delle iniziative per rispettare i termini dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, e’ un lavoro in corso in queste ore – ha spiegato – dall’altro stiamo aspettando da Ilva una risposta industriale e finanziaria circa l’affidabilita’ del suo impegno.
Penso che la cosa migliore sia procedere con la continuita’ produttiva contestualmente agli investimenti per il risanamento, altrimenti si crea una spirale negativa”. ansa