28 genn – Affrontare l’emergenza obesità è sempre più urgente sia sul piano sanitario che economico, e a Davos i grandi dell’economia affrontano questo tema durante una sessione del World Economic Forum. L’obesità oggi colpisce 500 milioni di persone nel mondo (ma la povertà colpisce 150 MILIONI DI PERSONE IN EUROPA) e nel 2015 potrebbe raggiungere quota 700 milioni, ed è il principale fattore di rischio di insorgenza di numerose patologie croniche, a loro volta responsabili del 60% delle morti a livello mondiale. Si stima che i costi diretti legati all’obesità possano rappresentare sino all’8% dei costi sanitari totali.
Nella UE circa 150 mln di poveri, proposto un fondo da 2.5 miliardi
Unilever: “La poverta’ sta tornando in Europa”
La spesa sanitaria sostenuta da un obeso è infatti mediamente il 25% più alta rispetto a quella di un soggetto normopeso. Ipotizzando una vita media attesa della persona obesa di 75 anni, un diciottenne obeso comporta un costo sociale totale di circa 100.000 euro in più rispetto ad un coetaneo normopeso. Per proporre soluzioni, il Barilla Center for Food & Nutrition ha stilato una serie di raccomandazioni, indirizzate a governi, istituzioni e privati.
Si parte dall’incoraggiare l’impegno dell’industria alimentare e della distribuzione in iniziative di salute pubblica promosse e guidate dai governi, all’utilizzo equilibrato della leva del prezzo, valutando pro e contro dei disincentivi fiscali come le tasse sul “junk food”; necessario informare e mobilitare l’opinione pubblica sulle conseguenze economiche, sociali e ambientali dell’obesità e programmare un impegno congiunto di governi e privati.
Indispensabile diffondere la cultura della prevenzione e insegnare abitudini sane fin dall’infanzia. Infine, dare battaglia all’ambiente obesogenico, combattere i fattori che inducono a stili di vita e scelte alimentari scorretti e rendono difficile compiere scelte salutari. adnk