14 gen – Le vie del Signore del Potere sono più che infinite. Nella Chiesa che predica laicamente i valori non negoziabili come discrimine per la partecipazione alla vita politica e persegue il traguardo del bene comune, predomina il relativismo che ha portato al sodalizio con il Monti-Signore dei Poteri finanziari forti, il Casini-Signore del Potere costi quel che costi, il Fini-Signore del Potere del qualunquismo ideologico, il Montezemolo-Signore del Potere della privatizzazione degli utili e della socializzazione delle perdite.
Ma la Chiesa che non discrimina nessuno dei suoi figli, estende la sua benevolenza anche al Bersani-Signore del trasformismo dei comunisti duri e puri e del riciclaggio dei cattolici buoni a tutte le stagioni, e persino al Vendola-Signore della fede “da marciapiede” che si cala a tal punto nel vissuto di noi poveri mortali consentendo tutto e il contrario di tutto nel nome dell’infinita bontà e misericordia del Dio che si è fatto Uomo. Il risultato è che mai come oggi la maggioranza dei cattolici che non fanno parte del Potere ma che credono veramente nel Signore provano sconcerto e si sentono disorientati di fronte alle imminenti elezioni nazionali.
Mi domando cosa c’entra la Dottrina sociale della Chiesa con il Monti che in un anno ha raddoppiato il numero degli italiani che patiscono la fame, che ha portato il 41% degli italiani a non avere i mezzi di sussistenza per arrivare a fine mese, che condanna a morte 200 imprese al giorno, che ha favorito le banche beneficiarie di 200 miliardi al tasso dell’1% dalla Banca Centrale Europea ma che hanno ridotto di 50 miliardi il credito alle imprese e alle famiglie, che ha costretto i risparmiatori a trasferire 115 miliardi in Svizzera per sfuggire alla persecuzione fiscale di uno Stato vessatorio che impone il più alto livello di tassazione al mondo ed è impietoso con chi è impossibilitato a pagare i tributi perché il principale debitore insolvente è lo Stato stesso?
Mi domando come fanno i cattolicissimi della Comunità di Sant’Egidio (Andrea Riccardi, Mario Marazziti, Mario Giro), delle Acli (Andrea Olivero), di Comunione e Liberazione (Mario Mauro), di Confcooperative (Luigi Marino), di Confartigianato (Giorgio Guerrini), di Scienza e Vita (Luigi Romano, Gian Luigi Gigli), dell’Associazione famiglie numerose (Mario Sberna) a stare con il Monti-Relativista che ha depennato dalla sua Agenda il tema cruciale dei valori non negoziabili e, al fine di accrescere il consenso, non ha esitato a inserire nella sua lista due massime espressioni della negazione della famiglia naturale, Alessio De Giorgi, imprenditore, direttore di Gay.it, creatore della Friendly Versilia, e Giuliano Gasparotti, presidente del laboratorio politico di “Officine democratiche”, entrambi seguaci di Matteo Renzi, anche lui cattolico seguace di una delle infinite vie che portano al Signore del Potere?
Fino a ieri la Chiesa vietava categoricamente al mondo dell’associazionismo cattolico di impegnarsi in politica perché – si affermava – la sua missione era di testimonianza della verità cristiana attraverso le opere buone in seno alla società a beneficio di tutti, in particolare dei più poveri e dei più sfortunati, e di conseguenza non si poteva in alcun modo schierarsi dalla parte di un qualsiasi partito per non scadere nella faziosità e nel settarismo
. Ebbene oggi, in questo vero e proprio esordio nella politica dell’associazionismo cattolico, dopo i reiterati appelli del Papa ai cattolici di impegnarsi nella politica, rilanciati con vigore dal cardinale Angelo Bagnasco – presidente della Conferenza Episcopale Italiana che ha insistito sull’unico discrimine dell’adesione piena ai valori non negoziabili – scopriamo che questi cattolicissimi adulti si sono schierati in modo massiccio e sono mobilitati a favore della dittatura finanziaria, relativista e mediatica che sta trasformando antropologicamente la persona da depositaria di un valore intrinseco in semplice strumento di produzione e consumo. Non solo stanno nel fronte del relativismo, ma seminano zizzania tra i cattolici sostenendo che non si deve disperdere il voto dandolo a chi difende i valori non negoziabili della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, della centralità della famiglia naturale nella costruzione sociale, della libertà educativa e religiosa.
Hanno fatto propria la tesi del “voto utile” che in questo caso si traduce nella condanna di chi mette al centro la persona anziché la moneta, la famiglia naturale anziché le banche, la comunità di uomini e donne liberi anziché i mercati, i valori assoluti e universali anziché il profitto costi quel che costi, le regole anziché lo spread, il bene comune anziché la speculazione.