Ogni drone ha un costo di 300 mila dollari mentre la loro gestione costerà 4,5 milioni di dollari all’anno
28 dic – Il gestore di un parco naturalistico sudafricano popolato da rinoceronti, sta studiando la possibilità di utilizzare droni per combattere i bracconieri. 30 droni, apparecchi volanti senza pilota usati dall’esercito americano per sorvegliare il territorio nemico, sono stati infatti concessi dal Dipartimento di Stato statunitense a Clive Vivier, promotore della riserva nello Zuzuland, che ora sta aspettando l’autorizzazione delle autorità locali per metterli in esercizio.
Secondo Vivier la scelta dei droni è diventata l’unica possibilità per contrastare il bracconaggio che nello scorso anno ha visto l’abbattimento di oltre 650 rinoceronti, uccisi per alimentare il commercio illegale dei corni in Estremo Oriente. Nel parco vivono più di 20 mila rinoceronti seriamente minacciati di estinzione. L’anno scorso in uno dei parchi naturali più famosi al mondo, il Kruger park , sono stati uccisi dai bracconieri 400 rinoceronti; il parco ha un’estensione di 2 milioni di ettari e non ci sono ranger sufficienti per un’adeguata sorveglianza.
Il drone ottenuto dal governo degli Stati Uniti, denominato Arturo T-20, ha un’apertura alare di 5 metri e può volare per 15 ore, senza aver bisogno di fare rifornimento, ad un’altezza di 4500 metri. Il rumore del motore, relativamente piccolo, non viene avvertito a terra e le telecamere all’infrarosso montate sulla fusoliera, possono restituire via satellite immagini nitide anche nelle ore notturne. Vivier si propone di usare 10 droni per il Kruger Park e di distribuire gli altri 20 nei parchi e nelle riserve più piccoli. Ogni drone ha un costo di 300 mila dollari mentre la loro gestione costerà 4,5 milioni di dollari all’anno. adnk