19 dic – Con la nuova tassa sui rifiuti stangata in vista per le famiglie italiane nel 2013. La staffetta tra Tarsu e Tares, infatti, a partire dal nuovo anno porterà con sè un ulteriore aggravio sul bilanci familiari; il 35,7% in più di quanto si pagava con la vecchia imposta, in soldoni 80 euro a famiglia.
A fotografare gli effetti della nuova imposizione è la Uil con una indagine del servizio politiche territoriali. Di male in peggio, dunque, sintetizza il sindacato che stima come nel 2013 “la Tares peserà mediamente sui bilanci delle famiglie 305 euro, più della media dell’Imu sulla prima casa; in valori assoluti, infatti, la Tares vale circa 1,9 miliardi di euro in più che si aggiungono ai 7,6 miliardi di euro pagati nel 2012 con le bollette sui rifiuti”. “Ormai i dati ci indicano che, oggi, purtroppo il livello di tassazione locale (Imu, Addizionali Irpef, Tariffa rifiuti) incide per il 30% (oltre 1.700 euro) sulla pressione fiscale complessiva e gli aumenti colpiscono principalmente i lavoratori dipendenti e pensionati”, commenta il segretario confederale Guglielmo Loy che chiede “di rettificare i decreti attuativi del federalismo fiscale”.
Già nel 2012, infatti, la vecchia Tarsu aveva denunciato, stima ancora la Uil, aumenti medi del 2,4%, più del 14,3% in cinque anni per un esborso complessivo di 225 euro.
Bolletta meno pesante, nel 2012, per quei 1.300 Comuni che applicano la Tariffa di igiene ambientale, 37 euro, mentre nei Comuni dove si applica la Tarsu, l’aumento medio corrisponde a circa 70 euro. A ciò vanno aggiunti, calcola ancora il sindacato, ulteriori 27 euro medi, per la parte servizi indivisibili dei Comuni. “Il tema dell’efficienza e del contenimento dei costi del servizio, soprattutto delle Società spesso pubbliche, che gestiscono il servizio non è secondario in quanto si ripercuote sui cittadini, attraverso l’aumento di tasse e tariffe”, conclude Loy. adnk