Venezia 68: Wilde Salome – Al Pacino

Una scena del film

Wilde Salome
Nazione: U.S.A.
Genere: Documentario
Regia: Al Pacino
Cast: Al Pacino, Jessica Chastain, Kevin Anderson, Estelle Parsons, Roxanne Hart, Barry Navidi, Joe Roseto
Produzione: Salome Productions
Distribuzione: Archlight Films

 

A quindici anni di distanza dal suo esordio dietro ad una macchina da presa, con il documentario Riccardo III-Un uomo n re dedicato a William Shakespeare e ad uno fra i suoi personaggi tragici più celebri, Riccardo III di Gloucester, Al Pacino torna a dirigere (e a dirigersi) continuando lungo il percorso tracciato da quella prima regia.

Ad attirare l’attenzione del grande attore statunitense, questa volta, sono Oscar Wilde e il suo dramma Salomè. Al Pacino lo ha portato in scena due volte, in versione di lettura scenica e interpretando la parte del Re Erode, prima all’Ethel Barrymore Theatre di Broadway nel 2003, a fianco di Marisa Tomei nel ruolo della protagonista, e successivamente al Wadsworth Theatre di Los Angeles tre anni più tardi, con l’allora sconosciuta Jessica Chastain a prendere il posto della Tomei.

La regista di entrambi gli allestimenti era Estelle Parsons, che nel Riccardo III aveva vestito i panni di Margaret, e che i cinefili ricorderanno a fianco di Al Pacino anche nel film Dick Tracy come l’amata di Waren Beatty che gli uomini di Big Boy Caprice (Pacino, appunto) rapiscono dopo avere rapinato ed ucciso suo padre.

Il documentario Wilde Salome, presentato fuori concorso alla 68° edizione della Mostra internazionale di Arte cinematografica di Venezia, comincia prima di tutto come un dietro le quinte della preparazione del secondo allestimento dello spettacolo, nel corso delle ultime giornate di prove sul palco del Wadsworth Theatre.

La volontà -o forse l’ossessione- di Al Pacino, però, si spinge in poco tempo molto più lontano. Prima spunta il desiderio di trasporre sul grande schermo alcune scene del dramma, da girarsi una parte con lo stesso cast dello spettacolo teatrale e negli stessi giorni delle prove, e un’altra con un secondo gruppo di attori, nei luoghi “originali” e in costume, affrontando i molti problemi di organizzazione che ne derivano con i produttori.

Poi arriva la voglia di conoscere in maniera più approfondita la vita e le opere di Wilde, mettendosi in viaggio verso la sua casa natale di Dublino (l’occasione viene fornita dal ritiro di un premio assegnatogli dal Trinity College nel novembre del 2006), incontrandone i discendenti (il nipote Merlin Holland), e indagando sugli anni della sua prigionia e del suo esilio a Parigi. Una piccola finestra si apre sulla vita più “privata” di Al Pacino, alla scoperta del suo metodo di lavoro e dei suoi piccoli rituali scaramantici.

Con una piccola sorpresa: l’incontro con Bono Vox, grande fan di Wilde con cui condivide le origini irlandesi, che per i titoli di coda del documentario ha regalato ad Al Pacino una canzone degli U2 mai pubblicata.

 

Luca Balduzzi