ANKARA, 26 NOV – Faremo come gli ottomani! E’ quasi guerra con Damasco, fra Ankara e Baghdad ci sono scintille, c’e’ tensione con Russia e Iran, come con Armenia, Cipro, Israele, ma il ‘sultano’ Recep Tayyip Erdogan respinge seccamente le critiche dell’opposizione – che lo accusa di ingerirsi sempre di piu’ negli affari interni dei paesi vicini – rivendicando l’eredita’ dei signori della Sublime Porta di istanbul.
”Andremo ovunque siano andati loro con i loro cavalli” ha chiarito il premier islamico nazionalista turco ieri inaugurando il nuovo aeroporto di Kutahya. ”Ci muove – ha insistito – lo spirito fondatore dell’impero ottomano”. Non quello pero’ dipinto nei ”frivoli” serial tv turchi che stanno spopolando nell’ex-impero, dal Medio Oriente ai Balcani.
A Kutahya Erdogan se l’e’ di nuovo presa con l’ammiraglia del boom televisivo turco nel Mediterraneo, ‘Muhtesem Yuzil’ (Il Secolo Magnifico): vita e soprattutto amori del grande Sultano Solimano Il Magnifico. Troppo sesso, poca gloria. Il serial, 150 milioni di spettatori in tutta l’area mediterranea, 65 milioni di incassi, racconta la passione di Solimano per la bella Hurrem, che diventera’ la sua favorita e poi la madre del futuro sultano.
Solimano beve alcol, e’ sensibile a amore e sesso. ”E’ inaccettabile!” ha tuonato Erdogan. Certo Solimano non e’ presentato come esempio di vita da musulmano timorato di Dio. Il serial si interessa piu’ all’harem che alle campagne di conquista del Magnifico, vissuto cinque secoli fa, che allargo’ conquisto’ la Serbia, Baghdad, Rodi. ”Era sempre a cavallo!” ha protestato Erdogan. Il premier ha minacciato produttori e distributori. ”Abbiamo avvertito il potere giudiziario.
Attendiamo le sue decisioni”. ”Chi gioca con questi valori, ha ammonito, dovrebbe ricevere la lezione che merita in base alla legge”. In Turchia l’offesa ai valori nazionali e’ un reato.
All’uscita del serial a inizio 2011 la Turchia religiosa e conservatrice che vota per Erdogan aveva gia’ protestato con l’Autority audiovisiva. Erano arrivate 70mila denunce. Ma il successo fulminante conseguito in patria e all’ estero – dove con le altre telenovelas turche ha creato un vero fenomeno turco-ottomano-mania – aveva salvato il Magnifico.
Ora il premier torna alla carica, in nome della fedelta’ ai valori della tradizione ottomana. E forse a tutela dell’immagine nel mondo islamico della nuova potenza emmergente regionale. ”Gli ottomani sono tornati” rileva l’analista Burak Bekdil. Erdogan, spiega, vuole ”un nuovo ordine mondiale nel quale:
- a) la Turchia e’ non solo una superpotenza regionale ma ha anche un seggio nel Consiglio di Sicurezza Onu;
- b) gestisce le antiche terre ottomane non con la forza della spada ma con un potere piu’ morbido;
- c) influisce sulle politiche regionali e globali con un mix inedito di pragmatismo e di supremazia dell’Islam sunnita turco”. Forse non e’ un caso che Erdogan stia spostando verso Istanbul, che fu la capitale dei sultani, il baricento del potere e della politica estera turca.
A Istanbul ha scelto come residenza per quando e’ fuori Ankara il Palazzo dei sultani sul Bosforo, Dolmabahce. (di Francesco Cerri) (ANSAmed)