16 nov. – E’ profondo rosso nei conti Rai: nei primi nove mesi dell’anno l’azienda di viale Mazzini deve registrare una perdita di 184,5 milioni di euro. Una flessione in peggioramento di circa 218 milioni al corrispondente periodo del 2011. Di chi e’ la colpa?
La perdita e’ imputabile principalmente alla flessione dei ricavi pubblicitari e al costo dei grandi eventi sportivi, dice l’azienda in un comunicato al termine dei lavori del Cda presieduti da Anna Maria Tarantola e protrattisi per due giorni. Perdita “nonostante la riduzione dei costi di 82 milioni di euro”, sottolinea la nota.
Di Pietro: la Tarantola è indagata per inchiesta su derivati tossici che hanno rovinato migliaia di imprese (ora rovina pure la RAI)
Le banche entrano in RAI, Tarantola (Bankitalia) è presidente
I ricavi del Gruppo Rai nei primi nove mesi dell’anno ammontano a circa a 2.039 milioni di euro, anche qui in calo rispetto allo stesso periodo di un anno fa: meno 137 milioni. Un trend negativo determinato “principalmente dalla contrazione del fatturato pubblicitario (559 milioni di euro nel periodo considerato), in diminuzione di 114 milioni rispetto al 2011”. In controtendenza invece il trend degli investimenti pubblicitari dirottati sui canali specializzati e sul web: registrano complessivamente un incremento di circa 6 milioni di euro, in percentuale equivalente rispettivamente a un +13% sui canali specializzati e a un +30% sul web Rai.
Un ulteriore calo dei ricavi del Gruppo per 57 milioni di euro nell’arco di tempo di nove mesi e’ invece da imputare alla diminuzione dei ricavi commerciali e da convenzione con la Pubblica amministrazione. Nel corso dei lavori del Cda e’ stato rilevato che tra i costi del 2012 ci sono quelli per i grandi eventi sportivi, risultati pari a 143 milioni di euro per la fase finale dei campionati europei di calcio di Polonia e Ucraina e le Olimpiadi estive di londra. Sono anche in atto operazioni di efficientamento in fatto di costi per beni e servizi, che hanno prodotto un risparmio di 82 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.
Quanto invece al costo del lavoro, risulta aumentato di circa 7 milioni di euro “nonostante la rigorosa politica del turnover e il sostanziale blocco delle politiche retributive”. Infine un cenno anche alla risposta del pubblico a casa con gli ascolti: nei primi nove mesi del 2012 le reti Rai hanno ottenuto nel complesso uno share medio del 41,5% in prime time e del 39,8% nell’intera giornata, il che ha permesso all’azienda del serizio pubblico di mantenere la “sua posizione di centralita’ e leadership nel mercato radiotelevisivo italiano”. agi