ROMA, 03 Nov – “Monti è il diligente ‘esecutore’ di politiche altrui (sbagliate o interessate), non il ‘decisore’ capace di riformare un sistema politico e sociale fallimentare, del quale egli stesso fa parte, che i governi precedenti non avevano saputo, o voluto, riformare. Che piaccia o no, il governo tecnocratico –che ci è stato venduto come il governo del cambiamento– è la continuazione del conservatorismo statalista, dirigista e parassitario del passato. Cavour aveva sfruttato le debolezze del Piemonte sabaudo, giocando le potenze europee le une contro le altre in funzione delle proprie ambizioni risorgimentali e unitarie. L’attuale classe politica — ben lontana da quella post-bellica dei De Gasperi e degli Einaudi, autenticamente nazionale ed europeista — si limita stare a rimorchio di un’Europa a sua volta grottescamente burocratica. L’astensione siciliana è la prima avvisaglia di uno scontento popolare giunto ai limiti della rivolta sociale. Mi auguro non segua un crollo delle stesse dimensioni nella diffusione dei giornali; che, peraltro, se lo meriterebbero perché assecondano, in modo scandalosamente conformista, chi inganna il Paese.
Il resto è noia”. [Piero Ostellino – Corsera (pagina 51) del 3 novembre 2012]
Desidero portare alla vostra attenzione l’ultima parte di quanto scritto da Ostellino nella sua rubrica settimanale ”Il dubbio”.
Amici, in un momento così tragico per il nostro Paese, una delle poche voci genuinamente liberali affronta, con coraggio e lucidità, (peraltro riscontrabili da coloro che lo seguono come il sottoscritto), il tema più scottante e irrisolto che domina e condiziona, da più di trent’anni, la vita e il futuro dell’Italia.
Io ho espresso più volte a Ostellino il mio ringraziamento per la sua battaglia.
Mi auguro vogliate farlo anche voi.
La sua e-mail è: postellino@corriere.it
guglielmo donnini