24 ott – Escludere il mondo web dalle norme sulla diffamazione a mezzo stampa, perche’ si tratta di un mondo evanescente e difficilmente circoscrivibile, ma anche ridurre l’entita’ economica delle sanzioni economiche, ora fissato dal ddl sulla diffamazione a mezzo stampa in un ‘range’ compreso tra 5 mila e 100 mila euro. Sono queste le principali indicazioni che nascono dagli emendamenti presentati dall’IdV, 15 in tutto, alla norma ora all’esame dell’Aula.
”I siti internet sono spesso interattivi, collegati con migliaia di persone e si rischierebbe di creare un obbligo di rettifica su cose scritte da altri” aveva sottolineato il capogruppo IdV in commissione Giustizia, Luigi Li Gotti intervenendo in Aula questa mattina. Li Gotti aveva anche auspicato di ”ritornare al testo scheletrico iniziale, senza avventurarci per strade oscure. Non si puo’ affrontare una materia cosi’ delicata in questo provvedimento, con tempi cosi’ ridotti”.
Cosi’, oltre alla richiesta di soppressione tout court dell’art.3 del ddl, relativo ai siti internet, l’IdV propone di abbassare a 30 mila euro il tetto delle sanzioni pecuniarie, togliendo anche la possibilita’ che la multa venga raddoppiata in caso di recidiva.
Per contro si richiede che venga riconosciuto il rito immediato per i reati commessi a mezzo stampa. Per le rettifiche, queste devono essere pubblicate nella stessa pagina e con la stessa collocazione avuta dalla notizia diffamatoria, limitandosi a un numero di righe non piu’ che doppio rispetto alla notizia stessa.
L’IdV chiede inoltre una riduzione delle multe per ingiuria e diffamazione semplice, mentre per i libri le rettifiche andrebbero pubblicate su un giornale nazionale e uno locale e non piu’ su due testate nazionali. asca