“Santoro pretendeva libertà assoluta, nessun controllo su scaletta, ospiti e filmati. Ma nessun editore può dare carta bianca perché ha la responsabilità di quello che va in onda”. Giovanni Stella, amministratore delegato di Telecom Italia media (La7 e Mtv), intervistato da ‘il Giornale’, spiega il motivo che ha portato alla rottura della trattativa per portare Michele Santoro su La7.
Assicura che dietro il ‘no’ al conduttore non c’era la paura di fare un torto a Berlusconi (“Se mi avessero chiesto una cosa del genere avrei dato le dimissioni”). E dà anche un consiglio al premier: “Se volesse neutralizzare del tutto Santoro lo dovrebbe riprendere a Mediaset”.
Certo, che tipo fosse, lo sapeva già dall’inizio. Alla fine con lui “eravamo d’accordo su tutto: corrispettivo economico, collaboratori, tipo di prodotto e costo delle puntate”. Poi il conduttore ha preteso mano libera su tutto ma “con me ha trovato un osso ben più duro della Rai. E’ facile chiedere libertà con i soldi degli altri. Solo Mentana non deve riferire a me perché, in quanto direttore, si assume tutte le responsabilità”.
Quanto al futuro di La7, Stella non è affatto preoccupato per il mancato arrivo di Santoro. “Si può vivere felici anche senza di lui. Siamo cresciuti moltissimo e speriamo di migliorare ancora: ci sono altri giornalisti in gamba, come Corrado Formigli che a settembre partirà con ‘Piazza pulita’. E poi – conclude – abbiamo altri acquisti: Gianluigi Nuzzi, Nicola Porro e Filippo Facci”.
IGN