”Valorizzazione della qualita’ e regole chiare. Non c’e’ piu’ tempo per attendere. Quindi l’Unione Europea cambi il passo e garantisca un futuro positivo al settore agroalimentare”.
Nel giorno in cui al Meeting di Rimini il governo, con Tremonti, e l’opposizione, con Bersani, indicano soluzioni per fronteggiare la crisi, il Consorzio Grana Padano – il prodotto DOP, piu’ consumato del mondo con 4 milioni e 300 mila forma l’anno, per un valore al consumo di 2,4 miliardi di euro – attraverso il direttore generale Stefano Berni, sempre dal Meeting, nel convegno ”Il futuro dell’Agroalimentare tra qualita’ e quantita”’, indica la propria ricetta: ”Tutelare il made in Italy a livello nazionale e internazionale”.
Il Consorzio Grana Padano auspica che si possa contare su regole certe per fronteggiare la contraffazione ma anche quelle ”scimmiottature’, cioe’ le imitazioni che sfruttano il cosiddetto ”italian sounding’. ”Il falso Made in Italy alimentare, in Italia e all’estero, vale decine di miliardi ogni anno – ha ricordato il direttore Berni -. Pochi sanno, ad esempio, che oltre il 40% del formaggio grattugiato in Italia (che non sia Grana Padano o Parmigiano Reggiano) e’ fatto con latte e prodotto straniero, o ancora, che molti pezzi di formaggio denominati ‘Gran’ con a seguito un aggettivo foneticamente italiano, provengono invece da Paesi dell’est europeo”.
”Questo accade – ha spiegato Berni – perche’ le norme europee non impongono che in etichetta venga indicata l’origine del prodotto. Il bollo CE con la ‘I’ di Italia si riferisce solo al confezionamento fatto nel nostro Paese: in questo modo si favorisce il proliferare di merce priva di controllo”.
ASCA