ROMA, 08 Ott – Come un mister Gardiner qualunque, Bersani ha compiuto l’unica scelta che gli era possibile nella diatriba con il giovane Renzi-Bean.
In effetti Culatello Bersani non aveva alternative , se non quella di decidere, come ha fatto, costringendo alla medesima decisione l’assemblea del partito.
Qualsiasi iniziativa vicina alle idee di Rosy Bindi avrebbe, non solo frantumato il PD, ma aperto una prateria incredibilmente grande alle ambizioni di Renzi-Bean.
Oggi, i principali opinionisti scrivono elogi a non finire per il nostro Culatello.
In effetti, Bersani ha usato il buon senso, che viene dalle tante difficili e dure esperienze maturate quale dirigente periferico del vecchio partito comunista. Ha fatto funzionare il cervello e ha scoperto che, guarda caso, Rosy Bindi è il miglior termometro per misurare la febbre del partito e , al tempo stesso, la miglior cartina di tornasole per stabilire le iniziative da prendere. Qualsiasi cosa nel PD faccia Rosy Bindi, ormai è chiaro, Bersani deve fare il contrario, se non vuole uscire di strada irrimediabilmente.
Questa , cari amici, è la politica della necessità: chi non l’apprende, se ne pentirà.
guglielmo donnini