3 ott – Chiudono ufficialmente gli altiforni di Florange, nella regione francese della Lorena. I due impianti che producevano acciaio, di proprietà di ArcelorMittal, era già fermi da quattordici mesi ma ora la decisione aziendale diventa definitiva. 629 i dipendenti che rimarrano senza lavoro ma, se si contano gli occupati nell’indotto, la cifra sale a un migliaio di persone. E i sindacati non ci stanno.
“La lotta per noi continua – garantisce Edouard Martin – perché l’annuncio che è appena stato fatto è ancora peggio di quello che avremmo potuto immaginare, con 629 posti di lavoro cancellati, ArcelorMittal parla più ad alta voce del governo. Ha fissato al primo dicembre il termine ultimo per trovare un acquirente, altrimenti gli altiforni saranno smantellati”.
ArcelorMittal, numero uno mondiale della siderurgia, ha fatto sapere di volere investire sulla filiera fredda dell’impianto, quella che trasforma l’acciaio, senza però fornire ulteriori dettagli. Il governo francese, dal canto suo, ha fatto di Florange un simbolo della lotta ai licenziamenti.
“ArcelorMittal – ha raccontato il ministro per il Riassetto Produttivo Arnaud Montebourg – mi ha detto: lasciateci due mesi perché si possa trovare una soluzione che permetta la ripresa piuttosto che la chiusura. Come governo non possiamo gestire l’intero impatto sociale di una simile decisione, ma possiamo aiutare a produrre acciaio in Francia per le necessità dei francesi”.
Esclusa comunque la nazionalizzazione degli impianti. Subito dopo che si è diffusa la notizia della decisione dell’azienda, si sono registrati momenti di tensione davanti al quartiere generale di ArcelorMittal a Saint Denis, alla periferia nord di Parigi. euronews