3 OTT – Giorgio Napolitano era ieri a Madrid per ricevere il premio Nueva economia e partecipare al Cotec, il simposio economico promosso da Italia, Spagna e Portogallo.
Il Capo dello Stato ribadisce ancora una volta che la scelta della moneta unica è irreversibile: “Dall’euro non si torna indietro, quindi non resta che andare avanti con i provvedimenti necessari, compresi gli ulteriori trasferimenti di sovranità per consolidare l’unione economica e monetaria“, ha spiegato rivolgendosi anche a quelle forze politiche e a personalità come l’ex premier Silvio Berlusconi che hanno recentemente criticato questa scelta: “Abbiamo messo a tacere le voci che irresponsabilmente profetizzavano la fatale implosione dell’euro”.
E ancora Napolitano ha ammonito: “non si può discettare a cuor leggero sulle disastrose ricadute a catena di una disintegrazione dell’euro, sull’intero sistema economico e mondiale. Perchè, non facciamoci illusioni: non ci sarebbero nè vinti nè vincitori, solo economie prostrate, tensioni commerciali acute, fenomeni di impoverimento e fortissimi disagi sociali, una recessione mondiale il cui spettro non può non suscitare timori a Londra, New York e Shanghai”.
Quindi il suo pensiero si è rivolto ai giovani e alla loro ansia per il futuro, su questo Napolitano ha auspicato uno “sforzo comune” di Italia e Spagna, i due paesi più colpiti dalla crisi e dalla disoccupazione affinchè “favoriscano l’avvio di una ripresa che crei occupazione altrimenti – ha avvertito – avremo una generazione persa”. Questa “è la prima emergenza alla quale i governi sono chiamati a rispondere, pur nel rispetto delle strettoie finanziarie”.
Ma l’Europa non è solo moneta unica e politica economica, anzi la crisi ha dimostrato quanto sia indispensabile uno scatto anche dal punto di vista istituzionale e qui prendendo in prestito le parole di Mario Draghi, Napolitano ha ricordato che “integrazione economica e integrazione politica possono andare in parallelo“. Il tema va affrontato con coraggio, pur senza forzature, ma “procedendo per stadi, distinguendo tra innovazioni attuabili sulla base del Trattato di Lisbona , emendamenti circoscritti al Trattato che possono essere introdotti anche con procedure di revisione semplificata, e quindi riforma organica dei Trattati che abbracci il nodo delle competenze e passi attraverso la convocazione di una nuova Convenzione”. L’integrazione e il rafforzamento dell’Unione politica sono due temi su cui il Presidente insiste da tempo perciò non poteva che apprezzare le recenti prese di posizioni dei ministri dell’Economia Grilli e Schaueble quali “forti voci favorevoli a compiere quell’ulteriore salto che le circostanze impedirono con il Trattato di Lisbona” ossia quel che Barroso chiama “un patto decisivo per l’Europa”. tmnews