Produttività e euro, grande confusione sotto il cielo…

17 sett- Quarant’anni fa, eravamo i primi al mondo per produttività; oggi siamo tra gli ultimi, almeno per quello che riguarda i Paesi più importanti.
Ciò significa che, a quell’epoca, in un’ora, eravamo capaci di produrre più unità di prodotto di tutti gli altri. Abbiamo frenato oppure sono gli altri che si sono messi a correre più di noi?
È probabile che la verità stia nel mezzo , ma potremmo concludere che sono gli altri ad aver deciso di correre più di noi.
Inoltre, quando eravamo i campioni di produttività, avevamo dalla nostra anche la possibilità, attraverso la svalutazione, di competere meglio di tanti altri paesi sul mercato internazionale.
Oggi, in sostanza, stiamo subendo due effetti negativi: il primo è quello della netta differenza fra noi e gli altri in termini di produttività; il secondo è l’ingresso dell’Italia nell’euro che ha impedito le svalutazione competitive. Potremmo concludere che sono molti di più i fattori negativi che hanno caratterizzato la nostra decisione di entrare nell’euro che i fattori positivi.
Leggendo queste note qualcuno potrebbe concludere che ho scoperto l’acqua calda.
Eppure, scoprendo l’acqua calda si risolvono i problemi.
Abbiamo subìto, più di ogni altro Paese, gli effetti negativi della competizione globale; solo in parte compensati, a livello di consumatori, dal fatto che questi ultimi hanno potuto acquistare dei beni prodotti in Cina a prezzi notevolmente più bassi, rispetto a quelli che venivano praticati negli anni precedenti.
Rimetterci in carreggiata sarà durissimo.
E richiederà tempi lunghi, mentre gli altri continueranno a correre.
Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che la Germania paga il denaro molto meno di noi, la frittata è fatta.
Sia chiaro, se non verrà restituita alla gran massa dei poveri cristi una minima capacità di acquisto, torneremo allo scambio in natura e alle pezze sul culo!
guglielmo donnini