I freni allo spread bilanciati da quelli alla Germania

La Corte costituzionale tedesca, con la sua decisione, ha senza dubbio salvato l’euro, ma ha stabilito per la Germania un limite di intervento e partecipazione al fondo salva Stati nella misura di 190 miliardi.
Vale a dire che la Germania può partecipare al fondo, e di conseguenza ai salvataggi dei Paesi a rischio di default, non eccedendo il limite perentorio di 190 miliardi.
È chiaro a tutti che, qualora la Corte avesse detto no, l’euro ce lo saremmo già dimenticato.
Adesso, dobbiamo soltanto aspettare e vedere cosa succederà nei prossimi mesi.
Draghi ha la possibilità di intervenire sul mercato secondario dei titoli di Stato, qualora si manifestassero situazioni difficili.
In sostanza, l’Unione europea esce rafforzata da questa decisione. Quella che è sempre mancata è la presenza attiva e perentoria della politica.
Burocrati e tecnocrati cooptati continueranno a decidere.
Sono stati risolti, entro limiti perentori, i più gravi problemi sul tappeto.
La strapotenza della Germania continuerà a imperare sull’Europa. Se lo spread restasse alto , malgrado tutti gli sforzi, l’ossigeno finanziario di alcuni Paesi si confermerebbe al limite più basso della sopravvivenza, con tutte le conseguenze del caso.
Non illudiamoci, le nostre sofferenze continueranno e la nostra sovranità si ridurrà ancora.
L’Europa sognata e vagheggiata dai padri fondatori non abita certo qui.
guglielmo donnini