30 ago – Numerosi report di agenzie di intelligence occidentali e delle monarchie del Golfo Persico, nonchè alcuni report di stampa, notoriamente in contatto con i servizi informativi del relativo paese, mettono in evidenza che il centro nucleare fortificato di Fordow, nei pressi della città Santa di Quom in Iran, è stato dotato in queste ultime settimane di altre centinaia di centrifughe di ultima generazione per l’arricchimento del minerale di uranio.
Fordow è stato pensato e progettato per essere il centro vitale del programma nucleare iraniano basato sull’uranio, ed è stato pensato come un obiettivo di un possibile raid straniero. Per questo motivo il sito nucleare non è stato costruito in superficie o sotto pochi metri di suolo ma è stato edificato, anzi scavato, all’interno di una montagna, in modo tale da frapporre tra le sale di ricerca e di arricchimento dell’uranio e la superficie diverse decine di metri di roccia viva e alcuni metri di cemento armato con il quale sono stati rinforzati i punti vitali della struttura.
Si pensa che a Fordow verranno installate le centrifughe più moderne ed efficienti, anche una parte di quelli già installate a Natanz, mentre le meno efficienti potrebbero restare operative nel sito originario.
Una delle caratteristiche del sito di Fordow è che le armi in possesso delle forze armate israeliane, fatta eccezione per le armi nucleari, non sarebbero in grado di infliggere danni rilevanti al sito, rendendo indispensabile l’intervento dei bombardieri americani armati con le bombe “Bunker Buster” più potenti mai costruite, le MOP ( Massive Ordnance Penetrator ) da 15 tonnellate, gli unici ordigni convenzionali che hanno qualche probabilità, se lanciate in sequenza in numero sufficiente ( 6/11 ) di distruggere larga parte del sito nucleare e rendendone non fattibile la riedificazione nello stesso luogo.
L’Iran dispone già di un grande numero di centrifughe e di quantità di uranio arricchito al 20% più che sufficienti agli impieghi civili dichiarati, così come si evince dai report dell’IAEA. Installare ulteriori centrifughe non fa che alimentare i sospetti, sempre più fondati, che oltre al programma civile, esista un programma parallelo che necessita di un sito altamente fortificato per garantire la produzione di uranio arricchito anche in condizioni di guerra.