Iniziata la missione in Albania dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi per cercare soluzioni alla carenza di infermieri negli ospedali
Alla missione, svolta in accordo con il Ministero della Sanità e il sostegno dell’Ambasciata italiana a Tirana, sono presenti Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Torino e del Coordinamento delle Professioni infermieristiche del Piemonte, Luca Ragazzoni, delegato all’Internazionalizzazione dell’Università del Piemonte orientale, Valerio Dimonte, presidente del corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Torino.
“In Piemonte c’è una carenza di 6.000 infermieri e secondo le previsioni ci saranno circa 1.000 pensionamenti l’anno solo nella sanità pubblica. Per questo motivo – puntualizza Riboldi – stiamo lavorando senza sosta per trovare soluzioni nel breve periodo come l’istituzione di borse di studio per rendere più appetibile la professione infermieristica e attrarre competenze da Paesi italofoni o affini. In Albania, per esempio, sono presenti 13 Facoltà che laureano circa 2.000 infermieri l’anno: con un percorso di parificazione dei percorsi formativi con quelli italiani, selezioni che verifichino le loro competenze e la conoscenza della lingua italiana, si potranno predisporre dei percorsi di inserimento all’interno della sanità piemontese”.
L’assessore vuole anche sottolineare che “stiamo lavorando non per togliere lavoro ai giovani o agli infermieri italiani, ma per dare risposte urgenti e concrete ai cittadini e ai pazienti piemontesi e al contempo sostenere l’azione dell’infermiere attualmente presenti nella sanità pubblica, assicurando i giusti numeri in ogni reparto e quindi un lavoro più appagante e meno duro. Accanto a misure strutturali e durature nel tempo, come welfare, migliorie contrattuali e investimenti ancora più importanti in formazione e innovazione, è doveroso fare delle scelte nel breve periodo per garantire l’assistenza e la cura ai cittadini piemontesi, nonché maggiore certezza degli orari e più sostegno lavorativo agli infermieri che già operano nella nostra sanità.
Io non sono mai stato con le mani in mano ad attendere che qualcuno prendesse delle decisioni: se c’è un problema io cerco di risolverlo il prima possibile, prendendolo di petto. Quindi nell’immediato stiamo studiando azioni a 360 gradi che comprendono anche incentivi economici per gli infermieri italiani, come l’attivazione di borse di studio”.
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