L’Europa, con la riunione convocata a Londra dal premier britannico Starmer, si appresta a definire strategie per continuare a sostenere l’Ucraina, soprattutto alla luce di un possibile disimpegno americano. Al centro del vertice l’aumento delle spese per la difesa e la riduzione della dipendenza militare dagli Stati Uniti, pur consapevoli che un cambiamento di tale portata richiederà tempo. A rendere ancora più urgente il dibattito è stato il duro scontro avvenuto nello Studio Ovale tra Trump e Zelensky, che ha fatto emergere in modo netto le divergenze sulle politiche di supporto a Kiev.
Di fronte a questa incertezza, l’Europa deve valutare come rafforzare le proprie capacità militari per garantire la sicurezza del continente. Secondo uno studio dell’istituto Bruegel e del Kiel Institute for the World Economy, per essere in grado di difendersi autonomamente, l’Europa dovrebbe reclutare 300mila nuovi soldati, acquistare 1.400 carri armati e raddoppiare la propria spesa per la difesa nei prossimi cinque anni.
Nel dettaglio, si stima che sarebbero necessari 250 miliardi di euro aggiuntivi all’anno per creare 50 nuove brigate e colmare il vuoto lasciato da un eventuale ritiro delle forze statunitensi. Inoltre, andrebbero acquisiti 2mila veicoli da combattimento per la fanteria e 700 pezzi di artiglieria.
Tuttavia, lo studio sottolinea che la crescita della spesa militare al 3,5% del Pil, come stimato dalla Nato, sarebbe sufficiente solo nel caso in cui gli Stati Uniti mantenessero la loro presenza in Europa. Il messaggio è chiaro: se Washington dovesse ridurre il proprio impegno, l’Europa dovrà compiere uno sforzo senza precedenti per garantire la propria sicurezza.
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