Cinque furti, tutti nel quartiere ricco di Bologna, prima di finire in carcere
Una banda altamente organizzata che trafugava sempre la stessa refurtiva: oro, gioielli, videogiochi, monilie e persino strumenti musicali. Temibile, perché grazie ad arnesi molto sofisticati erano in grado di forzare anche porte blindate di ogni tipo. Ci sono volute settimane di appostamenti e video delle telecamere di sicurezza per riuscire a fermare la banda delle ‘chiavi georgiane’: tre uomini tra i 30 e i 40 anni fermati dalla Squadra Mobile di Bologna, autori di almeno cinque furti in altrettanti appartamenti, gran parte dei quali situati nel quartiere ‘Murri’, tra le zone più benestanti della città.
Nella loro base, un appartamento affittato in nero in via Leandro Alberti, poco lontano dall’epicentro dei colpi, gli investigatori hanno trovato di tutto. Tra cui i grimaldelli, di varia natura e dimensione, tutti contenuti in un borsello a tracolla su cui campeggia la scritta ‘Georgia’, quasi a rivendicare con orgoglio il loro paese di origine. Un modus operandi che negli anni è affiorato anche nelle indagini su altre organizzazioni, e che sfrutta proprio questo tipo di chiavi per agire con facilità e rapidità.
Su richiesta della pm Anna Sessa, i tre sono finiti alla Dozza dopo la disposizione della custodia cautelare in carcere voluta dal gip Antonio Ziroldi. La banda è stata colta sul fatto durante l’ultimo furto, in via Dagnini, quando all’uscita dall’ennesimo appartamento svuotato si sono trovati circondati dalle volanti della polizia. Il dirigente della Squadra Mobile, Roberto Pititto, spiega i dettagli dell’operazione.
www.bolognatoday.it